NÉ PIANTO NÉ DISINCANTO

Leggendo i giornali trova conferma spicciola ciò che scrivevo ieri e l’altro ieri.

Ma non scrivo né per il pianto né per il disincanto, bensì per Re Lear (in ognuno) che non è stato sconfitto, né dalla realtà né dal destino
– che “Dio”stramaledica l’idea stessa di destino, che significa coazione psicopatologica –,
ma ha abdicato:
che il fatto sia stato stupido (leggete Re Lear) non toglie che lo ha fatto lui, il che designa pur sempre una facoltà.

giovedì 12 aprile 2012

 

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