Di un bambino non si può mai dire che è mediocre:
ma allora che cosa succede dopo?
Giorni fa ascoltavo un’intervista TV a un giovane disoccupato che (vedrete voi se giudicarlo un lapsus), mentre stava per dire di appartenere alla classe media ha invece detto “classe mediocre”:
bravo!, tristemente bravo, e quest’ultima espressione dice l’essenza della mediocrità.
La mediocrità è invincibile, è l’invincibilità di chi è stato vinto senza alcuna battaglia.
Non è un dato, è una soluzione, un’obiezione senza impegno.
É il destino come fallimento gestito lentamente, au bout de souffle.
É imparentata con la banalizzazione, anch’essa un’operazione attiva.
É sordamente ostile al pensiero.
Non va in analisi.
Popola la TV, anzi popola, popola spopolando.
lunedì 23 aprile 2012