Vale ancora il testo di M. D. C. indicato ieri.
Quanto all’arroganza – ad-rogantia – della preghiera quando è tale ossia quando è pensiero (vedi ieri), osservo che, se esistesse un vero Tiranno, proibirebbe severamente la preghiera:
infatti, essendo cattivo ma non stupido, saprebbe che il vero pregante fa sul serio, e che nel tempo di attesa si porta avanti coi lavori senza attendere temporalmente ossia senza perdere tempo.
Proseguo oltre ieri:
in ogni specie dell’atto, intellettuale incluso, in definitiva si tratta sempre e solo dell’alternativa pratica(-morale) tra venire e s-venire, trattandosi sempre e solo, in ogni specie dell’atto, di regime dell’appuntamento.
Il piccolo deliquio isterico a tutti noto, e celebrato dalla letteratura oltre che dalla celebre foto di Charcot, è solo un modesto e ormai un po’ ridicolo caso di s-venimento isterico, mentre lo s-venire nei suoi cento modi è la categoria stessa di isteria, premessa di ogni psicopatologia.
Da trenta anni almeno viene ufficialmente negata l’esistenza stessa dell’isteria, il che è la base per respingere tutto Freud:
ora – ricordo che da circa dieci giorni parlo esplicitamente di scienza –, premessa questa volgare e grossolana nonché violenta negazione, come si può credere che nella nostra Cultura la scienza stia ancora a cuore?
lunedì 19 marzo 2012