Se mangio con piacere sono un ortodosso, ossia seguo il dogma di vivere per mangiare e non mangiare per vivere:
invece l’anoressico è eterodosso perché è privo di dogmi:
non ha principio di piacere ossia di profitto:
lui e io non siamo due opposti, due sententiae opposte di due capita distinti.
Suggerisco di ripetere il medesimo ragionamento per tutti i verbi transitivi del vocabolario, magari facendo precedere il leggere al fare l’amore.
Il risultato è morale, morale non kantiano:
l’intelletto non inibito e non censurato risulta finalmente morale.
Ancora una volta ho parlato di competenza individuale, o di autorità senza esercizio della forza.
venerdì 16 marzo 2012