3° RIVOLUZIONI DEL PENSIERO

QUATTRO NOTE SULLA SCIENZA

 

Bisognerebbe finirla di far partire la scienza da Pitagora e Euclide, mentre bisognerebbe finalmente farla partire dalla rivoluzione copernicana, per poi procedere anche retroattivamente nel darne la costruzione.

É decisivo cioè decidente che la scienza sia presentata come rottura non offensiva [1] rispetto a abitudini di pensiero millenarie, non come conoscenza rispetto all’ignoranza.

“Copernicano” non significa tanto elio- invece di geo-centrismo, quanto anzitutto che non c’è centro:
insomma, nessuno soffia sul collo a nessuno, ni dieu, ni César, ni tribun, né la madre, né l’in-amorata.

Le abitudini di pensiero sono dette da Freud “illusioni”, cioè fatti di Cultura ribattezzati da me come Teorie del’uomo vecchio:
con e oltre Copernico, Freud ha promosso (io ho coltivato questa promozione anche quando inapparente) quattro rivoluzioni scientifiche rispetto alle Teorie dell’uomo vecchio.

Infatti la sola rivoluzione copernicana ci lascia ragazzini, puerili, senza le rivoluzioni in amore, istinto, religione, ontologia, cioè senza rivoluzione quanto all’uomo vecchio.

Enfin:
è falsa la Teoria dell’innamoramento come amore;
è falsa la Teoria dell’istinto come motore del corpo (o dell’uomo-animale);
è falsa la Teoria della religione come credibile (anche gli atei lo pensano);
è falsa la Teoria che c’è essere nell’ente, perché l’ente è solo l’ante(-fatto) che poi nel frutto accade (non: diviene) come fatto cioè essere:
essere e soddisfazione convertuntur, impensabile per i Greci.

Volendo perdere ancora tempo col creazionismo, la creazione è stata solo l’antefatto per potere poi passare alla materia prima (non l’acino ma il pensiero della commestibilità dell’acino) come profeta del fatto.

Senza queste quattro rivoluzioni del pensiero non c’è ancora pensiero scientifico.

É piacevole la rivoluzione del pensiero.

La quarta nota sulla scienza – scienza economica –, lunedì 6 febbraio.

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[1] Non per la prima volta affido a una nota un tema maggiore:
si tratta nientemeno che del problema della violenza rivoluzionaria, o controrivoluzionaria.
Nell’analisi si incontra nella reazione terapeutica negativa e nella formazione reattiva, violenze col sorriso sulle labbra.

venerdì 3 febbraio 2012

 

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