Ho appena rivisto con entusiasmo Il Marchese del Grillo di M. Monicelli, 1981, con un magnifico Alberto Sordi:
questi recita l’opposto di quella manciatina di umanità “all’italiana” che ne conosciamo abitualmente, l’umiliazione collettiva di base sopportata con valore dalla mediocrità come soluzione sfuggente:
un’apologia non mediocre della mediocrità resta da scrivere da un Flaubert di 2° grado.
Alto e ricco aristocratico della Roma papale di Pio VII durante l’occupazione napoleonica, incarna in funzione catartica degna della tragedia greca la più insopportabile arroganza del potente sempre certo dell’impunità:
in una scena in cui è affrontato alla plebe romana, dichiara spudoratamente:
“Io sono quel che sono,
e voi non siete un c..zo.”
Magnifico!, in un’epoca in cui siamo tutti grigiamente buoni (italiani, europei, democratici o repubblicani americani, resta da sperare in un po’ di cattiveria cinese), sadismo à gogo come certi nebbioni imperscrutabili del passato.
martedì 24 gennaio 2012