Si chiama anche patologia.
Ieri ho riparlato della sistematizzazione, questa più di sei secoli fa
la vera scoperta è che la sistematizzazione non è ordine sia pure violento, bensì è disordine
– così come non è potenza sia pure iniqua bensì è impotenza –,
quello risultante dall’avere suturato una censura cioè una mancanza prodotta, come se questa non fosse stata prodotta:
il senso di colpa non è dunque una stranezza perché un delitto è stato commesso, salvo il fatto che è stato commesso da altri, e poi anche da me per non interrompere le buone tradizioni, intanto poi i panni sporchi si lavano in famiglia.
Francesco faceva saltare tutta la concezione clericale-religiosa, non solo della Chiesa (proprio come Gesù che è stato il primo laico della storia):
tutto sommato era più radicale dei Catari, che in fin dei conti erano clericali-religiosi anche loro.
Quanto tempo ci vuole?, serve il tempo?:
domanda rimessa nelle nostre mani da Freud grazie all’osservazione della rimozione come atto (“ci penserò domani”, Rossella ‘o Hara) e non come “condizione umana”.
Non avevo ancora reso omaggio a Chiara Frugoni per il suo libro Storia di Chiara e di Francesco, Einaudi 2011, grazie alla cui lettura mi sono sentito di scrivere i miei ultimi articoli.
giovedì 15 dicembre 2011