La simpatia può venire isolata allo stato puro, prima di riguardare persone:
la parola “empatia” è nata per distanziarsene, se non in opposizione.
“Simpatia” designa il legame che ho con il libro che leggo, e la sua energia di legame è quantitativamente misurabile come ogni energia, cronometricamente in questo caso, per esempio le notti semiinsonni che gli ho dedicato senza soffrire di insonnia:
è un legame di soggezione, passione, una soggezione finalmente desiderabile, passività senza obiezione, modus recipientis, amore.
Ecco il “soggetto”, chiacchiericci a parte su questa parola:
in questo soggetto l’io è a casa sua, non ha la paranoia di “cosa vuole da me?”
La mia amante prima che guardare al mio rapporto con lei, farebbe bene a guardare al mio rapporto con il libro:
la mia single a sua volta è una donna che legge, si rivedano le tre donne (Maddalena, Barbara, Deesis) che leggono nel mio Nuova alleanza: una galleria di giovedì 22 settembre.
Nella salute (così iniziava Freud) l’affetto sta bene con la rappresentazione, è nella patologia che si separa:
poi è venuta la Teoria delle emozioni in opposizione all’affetto.
Sto parlando di distinte Civiltà:
non vedo come possa uscire dalla crisi la Civiltà delle emozioni, che non comporta neppure l’antico welfare di panem et circenses, affettivo ed effettivo non emotivo.
giovedì 17 novembre 2011