PUERILITÀ

Nel pensiero corrente rintracciamo il Padre puerile nel sovratono e nel sottotono:
1. nella condensazione dei due casi si tratta di Babbo natale, puerilità annuale dell’occidente;
2. nel Padre banalizzato all’ingiù, piccoloborghese, si tratta della “figura paterna” distinta da quella materna della Psicologia (che figura!), che già ironizzavo come “Onesto lavoratore, buon padre di famiglia”;
3. nel Padre banalizzato all’insu, si tratta di quello che Freud individuava come primo gradino per il Dio della religione [1], grande-grande-grande-grande …, buono-buono-buono-buono …, potente-potente-potente-potente …, misericordioso-misericordioso-misericordioso-misericordioso …, amoroso-amoroso-amoroso-amoroso- … eccetera (il solito kitsch di attributi da mercatino spirituale):
penserà poi La Madre a svillaneggiarlo, e impensierito da ciò un Papa ha sentito di dovere dichiarare che “Dio è anche un po’ mamma” (cose da papicidio!)

Il top della banalizzazione all’insu è venuto dalla modernità “credente”, ed ecco il Dio infinito (infinito numerico applicato agli attributi), la robaccia spirituale di Pascal e già di Suarez:
in cui Dio e il verme hanno in comune l’essere “Enti”, e differiscono solo come infinito e finito.

Per uccidere il Padre non occorre far colare il sangue (evenienza rarissima):
bastano i tre casi appena riassunti.

In tanto parricidio resta qualcosa?

io ho trovato di sì, con l’aiuto del diritto romano:
resta il significato di fonte dell’eredità ossia di possesso legittimo:
della tradizionalissima parola “Padre” resta il concetto di pensiero di incremento legittimo dei beni.

Fin dal primo giorno − anzi biblicamente parlando dal secondo − si pone la questione se esista possesso legittimo:
c’è chi ne ha dubitato (Proudhon, “la proprietà è un furto”).

C’è anche chi ci ha ripensato, per esempio S. Francesco la cui “povertà” non significava virtuoso apprezzamento per le toppe nel sedere:
a Versailles si sarebbe trovato benissimo ospite di Luigi XIV, senza forzieri né soldi nel materasso né posto fisso, insomma un precario per vocazione che sa offrire i suoi servigi senza servitù volontaria.

Uno psicoanalista, se ci fosse, ne sarebbe un caso particolare.

Si tratterà di tutto questo nel Corso annuale Il regime dell’appuntamento.

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[1] “Tutto consiste nella relazione figlio-padre, Dio è il padre innalzato”, Lavvenire di unillusione, cap. 4.

mercoledì 5 ottobre 2011

 

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