LAVORARE INSIEME? ANCORA J. LACAN

C’è un’importante confidenza fattami da J. Lacan ai tempi di quel sordido “Tripode” (1974 [1]) di cui potrei anche parlare, ma ancora arrossendone (se ne parlerò lo farò spiegando perché arrossirne).

É la frase:
Il ne s’agit pas de travailler ensemble”.

Non l’ho capita a lungo, e al tempo stesso a lungo non ho saputo sottrarmi all’ossessione dell’“insieme”, cui J. Lacan assegnava significato matematico.

Quando ci sono arrivato ho introdotto il concetto di eremita di lusso, o single, quello il cui eremo ha due uscite, e anche quello che ha due posti nel pensiero o legge, soggetto e altro soggetto, la cui comunione è di beni (a partire da una materia prima che non è oggetto) e di lavoro non come collaborazione:
quando il secondo posto è occupato realmente può anche trattarsi di un(’)amante, senza insieme neppure nell’alcova più appassionata:
l’amore non è contatto, anche nel contatto, né a-tu-per-tu.

La relazione è tra lavori, non collaborazione.

La famiglia è sempre rimasta un insieme, aggravato dalla sua estensione ai figli, un insieme e non una SpA, e per questo è  istituzionalmente insoddisfacente:
nella storia solo le grandi famiglie si sono avvicinate alla SpA, un po’.

É stato anche nel reiterare negli anni la costituzione di Associazioni psicoanalitiche che non ho saputo sottrarmi all’insieme o gruppo, fino a non trovare altra soluzione che dissolverle:
lo aveva già fatto lo stesso J. Lacan con la Dissolution della sua prima Scuola, l’Ecole Freudienne de Paris, per poi riprodurre la medesima cosa nella sua nuova Scuola, l’Ecole de la Cause freudienne (di cui resto Membro come lo sono stato della prima):
egli stesso non sapeva come uscirne, restava nel Simbolico avverso al giuridico.

É con lo Statuto della Società Amici del Pensiero (acronimo SAP) che ho trovato soluzione.

Mi servo ancora del paragone con la vinificazione:
i produttori sono dei single che portano il prodotto alla Cantina sociale, ed è questo momento finale a farne dei Soci:
salvo scoprire per logica che erano già Soci perché, se hanno potuto far confluire il prodotto alla medesima Cantina, avevano il medesimo modo di produzione:
economia e diritto sono qui già coniugati.

Il modo di produzione da me introdotto ha avuto inizio con la duplice innovazione linguistica consistita
1° nel passare dalla “pulsione” freudiana alla legge di moto dei corpi umani,
2° nel passare dall’“inconscio” al pensiero tout court, il pensiero in fuga o sfollato sotto le bombe dell’angoscia
− aveva torto H. F. Ellenberger a titolare “La scoperta dell’inconscio”, 1970, mentre la scoperta freudiana è quella del pensiero in quanto tale −,
e 3° con la rivoluzione consistente nel sostituire all’oggetto (il terzo articolo della legge di moto) la materia prima, punto di applicazione del lavoro differenziato di due partner.

PS

Ho recentemente parlato delle categorie di J. Lacan:
“insieme” è una delle tante Teorie presupposte che costellano il Cielo infernale del “Simbolico”.

___________

[1] Ne ho dato notizia nel mio Lacan in Italia/En Italie Lacan, La Salamandra, Milano 1978, pubblicando il breve testo ad esso relativo di J. Lacan da me intitolato Directives, p.154.

martedì 5 luglio 2011

 

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