Nel vecchio Codice Rocco era configurato il reato di plagio, Art. 603 C. P., il delitto contro la personalità individuale consistente nel ridurre una persona in stato di soggezione alla propria volontà.
Questa norma è stata dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Corte Costituzionale nel 1981, e questo è stato un bene, ma perché?:
infatti il plagio esiste, come dirò tra poco, considerandolo un caso di sequestro cui opporre lo habeas corpus.
Ma è stato un bene perché, per nostra fortuna, il Diritto non ha facoltà di configurare l’amore − cioè gli affari amorosi come invece configura altri affari − e le sue eventuali malefatte:
se avesse tale facoltà, finirebbe nel gulag per tutti, con qualche ora di libera uscita per sbrigare gli affari correnti.
Non c’è plagio che amoroso, anzitutto riguardo all’amore.
“La Madre”, o la frase ontologica “La Madre ama”, è un cancro, quello per cui una cellula è mutata genotipicamente e fenotipicamente:
in questo caso una donna con figli è mutata in un Ente definito eternamente dal suo predicato, che rende impraticabile la verifica dell’atto caso per caso.
Correntemente si osserva fino allo stupore che un figlio può venire sequestrato, da un certo giorno in poi, in questa ontologia, fino a non poter sottomettere a critica gli enunciati “materni” (virgolette!):
donde tutti gli “scarrafòni” o gli Odradek o i Gregor Samsa del mondo, anch’essi fissati come Enti con predicato eterno (l’“oggetto a” di J. Lacan).
Lo stesso schema è poi disponibile a quello che si chiamerà “innamoramento”, comunemente e correttamente descritto come “perdere la testa” come si dice “perdere la libertà”.
Ma come ho detto, per fortuna il comune Diritto non ha facoltà di configurare l’amore, così che i fatti e malefatte di questo potranno solo venire configurati in un’altra giurisdizione, quella di un Primo diritto.
Quest’anno il Corso di “Società Amici del Pensiero-Studium Cartello” è stato intitolato La perversione al bivio:
il bivio è tra amore e plagio amoroso.
mercoledì 6 luglio 2011