Anticamente c’era il quorum o numero legale di Abramo:
ma procediamo con ordine.
Personalmente ho contribuito al quorum di questi referendum votando quattro “Sì”, come pure alla democrazia:
rammento solo ciò che dico da sempre, ossia che a sua volta la democrazia non ha il quorum dell’uomo nuovo (pensarlo è solo un nuovo caso di dogmatismo), e neppure il contrario:
essa potrebbe anche dare albergo all’uomo vecchio [1] fino a predisporlo a tempi peggiori:
non per colpa della democrazia, semplicemente questa non ha facoltà di distinguere.
Stiamo appena finendo un quasi-ventennio barocco secondo la definizione che do di “Barocco”:
“non è vero niente”,
e rammento che chi va contro il lupo impara ad ululare.
Quale è il quorum dell’uomo nuovo?
Ne ho parlato molti anni fa, quando ho ricordato pertinentemente
− ci sono argomenti sui quali non è lecito fare gli spiritosi −
i “Giusti” di Abramo, rammento l’episodio di Genesi 18, 16-33.
Un po’ arrabbiato con la città di Sodoma, il Signore la vuole radere al suolo:
Abramo però, con più fegato dialettico che nell’episodio del sacrificio di Isacco, disputa con lui su quanti Giusti ci vorrebbero per salvare la città, e parte da cinquanta:
segue trattativa da suk mediorientale, 45-40-30-20-10, uno degli episodi più comici della Bibbia, insieme a quello di Gedeone che sottopone a test un Signore consenziente.
Aggiornando Abramo, potremmo attribuirgli di partire dal volere il 50%, per poi neanche “scendere” ma cambiare metro, non più quantitativo-statistico-elettorale.
Posso dichiarare una mia arrière pensée di non recente data:
i “Giusti” li chiamo da qualche anno “Amici del pensiero”, senza presunzione sapienziale:
e in fondo Abramo, come Gedeone, era uno come me.
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[1] Ho tanto parlato negli ultimi mesi dei quattro articoli dell’uomo vecchio, 1. 2. 3. 4., da poter legittimamente respingere ogni addebito di sufficienza se non voglio ripetere.
martedì 14 giugno 2011