Questa notissima imprecazione mi era sospetta già da anni, ma non ne ero ancora arrivato in fondo:
in essa non tornano i conti dell’ossimoro che pretende di essere, bassezza dell’ altezza, bassissimo Altissimo.
Tutti sanno infatti, anche coloro che hanno motivo sacrificale di non cibarsi della carne di questo animale, che tra le bestie da macello è la più generosa, si mangia quasi tutto (salumi, piedino eccetera):
ho memoria di prima infanzia della festa rappresentata per gli abitanti del paese dalla sua uccisione.
Ma allora perché bestemmia?:
certo non perché animale, perché se la metafora fosse tratta da aquila, leone, balena, nessuno ci vedrebbe un’ingiuria all’Altissimo, inoltre è nota e praticata con rispetto e perfino adorazione la metafora “agnello di Dio” ossia ancora una bestia:
ma allora perché non “porco”?, che peraltro non è più sporco di altri animali (lo è solo perché siamo noi a obbligarlo in un fetido recinto a fini di ingrasso):
insomma, la suddetta espressione dovrebbe suonare lode all’Altissimo come metafora di ricchezza e generosità.
Dunque perché?, e ora ci sono:
Dio è porco se è uomo:
l’idea “incarnazione” è respinta non per non-fede ma per ripugnanza del pensiero (ripugnanza del pensiero è patologia):
“porco D..” è il nome platonico di Gesù:
sotto la croce c’era anche Platone a gridare “Porco D..” insieme a “crucifige!”
Questo grido silenzioso come quello di E. Munch attraversa tutta l’era cristiana anche negli spiriti più pii:
la ripugnanza per l’incarnazione attraversa gli ultimi venti secoli:
potrei redigere un’antologia di mille pagine di dotti Teologi, orientali e occidentali, con questo titolo blasfemo, i medesimi Teologi che condannerebbero la bestemmia:
per tutti resta inammissibile, inconcedibile, improponibile, fede a parte, che qualcuno possa desiderare di continuare ad andare in giro sulle sue gambe per tutti i tempi come sensibilità-motricità-pensiero (= uomo), cioè per profitto o beneficio e non costo.
I cristiani non hanno risolto la ripugnanza greca per il corpo salvo tollerarlo come animale (“animale razionale”, “animale politico”, “animal grazioso e benigno”), e per la materia sì ma non perché materia bensì perché materia prima ossia legata al lavoro:
il greco è intellettualmente schiavista, il lavoro è servile, il pensiero non è lavoro bensì speculazione e contemplazione:
la contrapposizione a Freud, come a Gesù, non potrebbe essere più brutale:
rendo manifesto che Gesù è stato il primo pensatore del lavoro libero (talenti, albero-frutto eccetera).
Il neologismo freudiano Körper-Ich, io-corpo, è platonicamente inaccettabile:
i cristiani cominciavano a ellenizzare proprio quando gli ebrei cessavano di farlo (o quasi, ma non è il momento di parlare di Maimonide).
Nel finale del Paradiso Dante è formale:
la seconda Persona non è un uomo, è pura dall’incarnazione (contrariamente al Credo), ed è rappresentata come uno dei tre ridicoli geometrici cerchietti (strabici come ho osservato), cioè anch’egli sta con la bestemmia (presunta) platonica.
In Gesù, Dio si è dedicato a conquistare un corpo, ossia ha fatto ciò che ha fatto per interesse e passione, all’opposto dell’immorale morale “pura” di I. Kant:
è una delle ragioni per cui mi fido di Gesù, mentre non mi fido dei Salvatori
− donde la mia simpatia di sempre per l’Internationale di E. Pottier 1871, “Il n’est pas de Sauveur suprème, Ni Dieu, ni César, ni Tribun” −,
non mi fido se non ci guadagnano anche loro, e non per guadagno sadico o masochista, inoltre detesto l’amore oblativo(-ossessivo).
Non devo mancare di collegare la pretesa bestemmia con il femminile di “porco” cioè “tr…”, riferito alla donna in quanto interessata senza limiti al proprio corpo:
rammento che tale epiteto non è solo né anzitutto riferito alla donna-prostituta, bensì alla donna in quanto apprezza e gode che sia apprezzato il suo corpo sessuato:
osservo ciò che tutti sanno, ossia che questo apprezzamento è assente nell’animale, è solo umano, artificiale, meta-fisico, trascendente la natura.
Ne è risultato che dall’essere tr… la donna è … salvata solo dall’essere trans-figurata come “Madre” cioè chiusa sapete dove, anche se avesse avuto quindici figli:
poi ogni donna sarà inquinata dall’Ideale “Madre” per colpa dell’uomo, e allora non ci sarà pietà per nessuno.
Giasone cerca di inquinare Medea con tale Ideale, e come sappiamo lei si arrabbia un po’:
il senso dell’infanticidio di figli adorati è il suo disinquinamento da “Madre”, e dopo avere bruciato a Giasone la novella sposa pianta in asso quel cretino senza neppure considerarlo degno di venire ammazzato a sua volta.
martedì 17 maggio 2011