IL CARROZZONE

Sabato domenica 7-8 maggio 2011
in anno 155 post Freud amicum natum

 

Per l’occasione riporto su questo Sito l’articolo

Il mio caro carrozzone

dopo la scorsa domenica allorché ho rinviato a un Sito cattolico.

Nel carrozzone le abbiamo fatte grosse ma proprio grosse, ben aldilà di quelle onestamente riconosciute da Papa Wojtyla:
per esempio, nessuno ha mai riconosciuto che S. Agostino l’ha fatta davvero grossa asserendo il cristianesimo come religione benché distinta come quella “vera” (De vera religione), aprendo così la strada a Maometto, il quale non sperava in tanta … grazia:
e ne ha logicamente approfittato inferendo che, se religione, allora quella vera perché pura era la sua, senza impura incarnazione, e aveva ragione:
il suo era un ragionamento come quello di I. Kant molti secoli dopo, che ha dedotto che la morale per essere quella vera doveva essere pura, depurata da ogni fattore empirico (interesse, passione), pura come puro dovere:
non a caso la morale kantiana, moralismo immorale, è diventata indiscernibile da quella cristiana, mentre a Freud è bastato un colpo d’occhio per riconoscervi il “Superio”, osceno e feroce (J. Lacan).

Io non sono islamico semplicemente perché non sono religioso, e non sono tentabile in tal senso:
preceduto in questo da Gesù che non era religioso e non ha introdotto una religione (papale-papale come si dice).

Chissà – anche se ci conto poco – che ai cristiani non venga fatto di farla finita con il carrozzone e di ricominciare, dopo avere girato pro-memoria l’intero film del loro bimillenario carrozzone
− le quattro componenti 1° 2° 3° 4° dell’uomo vecchio, magari aggiungendovi John Doe ossia la comica della subordinazione di “Dio” alle Alte Sfere delle Idee platoniche, poi all’Uno neoplatonico, poi all’Ente suareziano e all’Oggetto giovannidellacrociano, e della subordinazione di tutti quanti all’Idea “anima”, degno compare delle Alte Sfere −,
e di riguardarlo ogni tanto per rinfrescarsi la memoria:
la farebbero finita con la loro insipida esistenza, conformemente con l’osservazione di Gesù che se il sale diventa insipido tanto vale gettarlo:
ma per farlo dovrebbe trattarsi di guarigione non di autocritica (non conosco quasi nessuno che sappia distinguere autocritica da guarigione, J. Lacan a parte).

É un’esistenza di serve e professori:
ma lascio da spiegare questa coppia, strutturale senza ingiuria.

Senza averne la fissa ma solo per l’esemplarità, ancora una parola su Luigi Giussani, l’amicizia con il quale mi è stata rimproverata:
è stato qualcuno che ha finito per farla finita sì, ma in direzione opposta alla mia (e pagando di persona), verso una miscredenza razionale che ne ha fatto il più puro miscredente “cattolico” da me conosciuto:
anno dopo anno sempre più asseriva anzi martellava solo il “Mistero-che-fa-le-cose” − neanche “Dio”, figuriamoci la Trinità −, come avrebbero potuto fare i Celti con i loro druidi, e in fondo i Musulmani:
è perfino arrivato a introdurre la parola “Tempio” al posto della parola “Chiesa”:
ripeto, il più mirabile miscredente cattolico che ho conosciuto, più di tanti Teologi anzitutto (il sospetto sulla miscredenza dei Teologi me lo ha indotto lui da giovane).

Posta la scissione fatto/pensiero, non poteva che finire così.

In un confronto così lineare e senza disputa, sono stato tra i pochi a provare simpatia per lui.

Più volte ha anche proposto come … vangelo una frase di sua madre
− solo una donna può realizzare davvero la miscredenza, iniziavo a intuirlo da bambino −,
miscredente all’inizio come lui alla fine:
“Quanto è bello il mondo e quanto è grande Dio”:
ora, sulla “bellezza” del mondo, naturale o sociale, preferisco sorvolare pudicamente;
invece della “grandezza” di Dio non posso che vedere la deriva islamica, come mostravo già nella “grandezza” del Dio di Anselmo d’Aosta.

Come potrebbe finire tra Islam e Cristianesimo non saprei prevedere, ma in ogni caso non può trattarsi di “dialogo” tra religioni a punzonatura monoteistica, e la “Favola dei tre anelli” è la più sgangherata delle favole
(all’Islam potrebbe solo fare un gran bene il trovarsi religiosamente in solitudine ossia angosciato, in regime di monopolio assoluto);
idem tra Ebraismo e Cristianesimo:
idem per ogni altro “tra”.

Se mi faranno Papa, scriverò in ventiquattr’ore un’Enciclica ex cathedra con questo contenuto intitolata Homo novus:
ventiquattr’ore dopo farò il “gran rifiuto” di Celestino V, degno uomo-eremita come me (Dante aveva torto).

Aspiro al merito di avere sottratto la parola “fede” alla sua storica oscurità, per assegnarle il significato chiaro e distinto di giudizio razionale di affidabilità.

 

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