Sabato domenica 9-10 aprile 2011
in anno 154 post Freud amicum natum
Informavo ieri di un Convegno ad Ancona, il mio intervento al quale apparirà presto con questo titolo.
In tale occasione ho afferrato bene il mio precedente gusto per i due bambini (angeli) ai piedi del dipinto di Raffaello Madonna Sistina, oggi a Dresda, apprezzato e commentato da Freud:
due bambini normali
− li ho anche chiamati scugnizzi per l’aria dis-incantata, o anche per nulla affascinati o stupefatti o sequestrati −,
che osservano la scena “sacra” attrezzati del proprio pensiero prima di pronunciarsi, ossia appunto normali.
La forma di esistenza del bambino appartiene, o alla libertà di questo pensiero, o al suo sequestro nell’ontologia predicativa della frase “Tu sei …”, segua ciò che si vuole anche lo scarafaggio (“scarrafòne”) di F. Kafka di cui ho parlato a lungo:
ho già detto che è l’amore dell’amo (avete mai strappato l’amo di bocca al pesce?)
Tale ontologia è sequestrante anche quando il predicato di “Tu sei” è “figlio”, ogni volta che questa non è una parola sinonima di “erede”:
e senza che la frase “Tu sei mio erede” sia a sua volta ontologica, perché è solo un’abbreviazione di “La tua relazione con me è definita dall’eredità” (osservo che la Bibbia tutta è con me).
Mi è stato facile ripetere che con i bambini bisognerebbe fare come i Re Magi, regalare non orsetti di pélouche ma oro incenso e mirra (piuttosto niente).
Ho anche detto e ripetuto che la coppia Diritto/Psicologia, con i suoi balletti “interdisciplinari” [1] dovrebbe sparire (ma non ci conto), perché la Psicologia è solo ontologia mascherata, sequestrante, mentre la vita psichica è come tale giuridica.
Tocca al Diritto cioè a tutti pensare lo habeas corpus pueri, del bambino generalmente sequestrato.
In tale Convegno ho avuto modo di apprezzare la relazione dell’Avvocato Gianfranco Dosi, che ha introdotto criticamente l’espressione, che faccio mia, “cultura puerocentrica”, a proposito di recenti tendenze del Diritto nei confronti del bambino.
Il puerocentrismo è una brutta invenzione di Ivan Karamazov nel suo patetico-patogeno discorso sul bambino, pura psico-ontologia.
L’espressione ormai invalsa “superiore interesse del minore” è solo un caso di promoveatur ut amoveatur.
Restiamo ancora lontani da Copernico, che non sostituiva l’eliocentrismo al vecchio geocentrismo, semplicemente liberava dal centrismo per promuovere la relatività (poi Newton).
Diritto è relatività non fisica, senza centro.
PS
Non mi privo di una battuta pertinente, ossia che le tre persone della Trinità vivono del massimo relativismo a tre (genitus, procedit), mentre la Teologia non ne ha mai voluto sapere, e Dante ne ha rappresentato l’amore in un ridicolo innamoramento a tre.
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[1] Idem per i balletti interdisciplinari Filosofia/Psicologia o Filosofia/Psicoanalisi: vedi il “Laboratorio filosofico di Freud” a cura di Vera Ferrarini.