PROSTITUZIONE, OVVERO L’INCONSAPEVOLE FILOSOFIA

C’è un Comandamento in Zardoz (articolo precedente):
The gun is good. The penis is evil. The penis shoots seeds, and makes new life to poison the earth with a plague of men, as once it was. But the gun shoots death, and purifies the earth of the filth of brutals. Go forthand kill!”

Rude nest-ce pas?, ma me ne interessa la razionalità, quale?

Si scrive “pene” ma si legge “Sessual-ità” come ne parlo da anni, una Teoria filosofica falsa e fasulla ma invincibile e identica in libertini e antilibertini, moralisti e … moralisti:
è la Teoria che in natura ci sarebbe l’istinto sessuale, detto anche “concupiscenza”, brutale delirio antico e collettivo in colti e incolti.

Tutta l’erotomania pubblica che negli ultimi tempi ha occupato le prime pagine italiane e mondiali, è stata una Scuola pubblica bi-partisan di questa Teoria, identica su due fronti che si credono fieramente contrapposti:
la moralità non sta nella condanna di una interpretazione, peraltro mediocre, della Teoria, ma nella scoperta della Teoria stessa con il giudizio che le è implicito, perché è la Teoria a essere brutal, non meno che the gun.

Non riprendo ora, sullo stesso piano, ciò che ho detto della pedofilia come esito perverso della Teoria:
mi accontento di osservare che nella critica del delirio le prostitute sono, professionalmente cioè tipologicamente, le mie non sante alleate:
è il cliente a metterci la credenza nella Teoria, loro no, filosofiche miscredenti:
semplicemente prendono parte al mercato generato dalla credenza stessa, analogo allo storico mercato delle indulgenze e delle reliquie, cui il venditore non necessariamente credeva [1].

Non possiamo neppure dire che fanno mercato di sesso, il sesso sta dalla parte della credenza del cliente non della “ragazza”:
sarebbe un tema da filosofo, quale e quanta realtà c’è nel “rapporto” prostitutivo?:
i clienti di prostitute sono potenzialmente altrettanti Calderòn de la Barca che potrebbero scrivere La vita è delirio, in cui viene delirata perfino l’indubitabile realtà sensibile della ragazza di turno:
non c’è esperienza più irrealistica proprio nella presenza di dati sensibili, solo i soldi conferiscono qualche realismo per una filosofica soddisfazione.

In fondo nel sostenere la credenza delle masse sono delle ragazze pie, e questa non è una battuta sostenuta com’è da secoli di spiritualità:
infatti una casalinga convertita è soltanto una brava donna, mentre una puttana convertita è un’aspirante santa:
è stato il rio destino esegetico della “Maddalena”, accompagnato dalla Teoria che la prostituta “ama”, magari imperfettamente ma ama:
e un giorno amerà meglio per astensione di principio, seguirà feticismo-pedofilìa  già detto “amor cortese”.

Le bestie non potrebbero mai essere tanto … bestie, piccoloborghesia dello spirito:
il Comunismo è finito come è finito, e non ho rimpianti:
ma esso coltivava questa parola-descrizione-giudizio, “piccoloborghese”, che non deve decadere:
nel nostro mondo, che cosa non lo è?

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[1] Non ricordo più la fonte (Decamerone?, Novellino?, altro?) del racconto comico in cui un mercante di reliquie, tra i pezzi prodigiosi della sua collezione nasconde quello più straordinario, il teschio di Gesù Bambino.

martedì 8 febbraio 2011

 

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