Concludo dopo la mia bella e st…za Ipazia (mercoledì 15).
Precedono tre articoli sul ridicolmente “fatidico” 14 dicembre:
in cui c’è opposizione fifty-fifty:
ma chi si oppone a chi?, paranoia reciproca, niente pensiero.
Sul possibile siamo assai avanti, e senza più fare gli spiritosi con la Legge di Murphy:
niente è impossibile nell’ordine del possibile, dell’“ancòra” e dell’“o peggio” [1]:
e non c’è altro possibile.
Ho ricordato più volte che l’Italia è già stata all’avanguardia in questo ordine:
Mussolini ci ha trascinati in Guerra due volte, e ha insegnato a Hitler la psicologia di massa priva di pensiero, veramente un genio della materia del possibile.
C’è però buona notizia nel fatto che l’inventario dell’ancòra e del peggio nel possibile è ormai completo:
benché resti ancòra qualcosa da fare per la perversione, che si illude di avere sempre tempo a disposizione per nuove varianti:
L’avvenire di un’illusione andrebbe riscritto per la perversione.
Tanto vale contare sull’impossibile, impossibile facile.
L’impossibile è mutare pensiero, e proprio rispetto all’ancien régime del pensiero (1°, 2°, 3°, 4°, vedi mercoledì 15).
Sono più di trent’anni – preceduto dalla medesima frase di Freud e J. Lacan – che ho a che fare con tale osservazione:
quante volte ho sbagliato dicendomi “Mi sembra impossibile!”:
ma no, era solo possibile.
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[1] Sono i due Seminari di J. Lacan: “… ou pire” 1971-72, e “Encore” 1972-73.
venerdì 17 dicembre 2010