SANTI E MORTI

Ne ho appena parlato, sul finale dell’articolo di sabato-domenica, inoltre esso e quello di ieri che lo prosegue basterebbero a lungo.

I santi mi piacciono se e quando ci sono (i Protestanti avrebbero dovuto esprimersi con la mia prudenza):
l’espressione popolare “(Non) sapere a che santi votarsi” è eloquente;
i morti mi piacciono morti (vedi un articolo recente), mentre di solito non muoiono mai, ci lasciano zimbelli cattivi della melanconia senza lutto, ossia non sono santi.

Ho già detto ciò che penso del santo:
è uno che si autorizza a metterci del suo, attore-autore, senza contrarre né far contrarre debiti, e senza vivere a sbafo né della grazia divina né della mala-grazia dei malvagi (non è vittima innocente, vedi un articolo recente).

Un santo è uno che almeno una volta in vita sua l’ha detta giusta.

A domani “Zimbelli e libertà”.

martedì 2 novembre 2010

 

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