UN UOMO DI FEDE

Sono un uomo di fede, e illustro che cosa ciò significa:
significa che so il significato di “fede”, ossia il concetto di giudizio di affidabilità (razionale come tale), un giudizio fondato su innocenza e consistenza (non contraddizione):
poi me la vedo io se mi è dato di incontrare innocenza e consistenza, questione di fatto:
“Dio” con i suoi solenni attributi non mi permette di cavare un ragno dal buco agli effetti della fede, perché gli attributi non mi informano di alcun discorso o comportamento che sia tale da fondarvi il giudizio di affidabilità.

Ricordo, dai miei primi tempi psicoanalitici come fosse un’ora fa, le parole di uno psicoanalista parigino di lungo corso, e indubbiamente non collegato a una confessione religiosa:
disse che lui aveva “fede in Freud”:
“ma neanche morto!”, replicai tra me e me, di fede ho già sentito parlare fin troppo nella mia formazione confessionale:
io volevo solo concludere, dunque sapere, se Freud aveva ragione, e così è andata.

Sull’onda lunga mi è poi riuscito anche di fidarmi di persone senza più esserne ingannato, e senza il pendolo ossessivo di “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”.

giovedì 21 ottobre 2010

 

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