SEXYCICATRICE

[Da Sara Kayal ricevo e volentieri pubblico.]

Raccolgo un lapsus di lettura:
invece del titolo da cronista sportivo più o meno spiritoso, La sexycalciatrice, viene letto La sexycicatrice.

Se cicatrice, dall’etimo annodatura o sutura della ferita, si potrebbe passare a “me la lego al dito”, e quel che è peggio in eterno e verso tutti.

Se vulnus, è perché c’era vulnerabilità: ma della testa o pensiero, perché nel “lì” corporeo non c’è vulnus. Eppure si farà come se ci fosse e da sempre, “destino!”, potere di una Teoria occupante che si inventa anche l’imperscrutabile destino.

Se in principio, anzi premessa, sta una ferita, come procedere? E se il vulnus, ovvero il precedente della sexycicatrice, ha a che fare con il genere, il sesso femminile, anche se poi ricucito o riparato rimarrà l’offesa, e alle offese in qualche modo si fa fronte.

A una premessa accettata si dà seguito con rigore, che in questo caso non promette nulla di buono: segue infatti la biforcazione di vendetta o melanconia, che non sono poi una grande alternativa. Se in principio ferita, allora vendetta e/o melanconia nei secoli.

Ma la riforma può procedere proprio dal non-rigore verso una Teoria erroneamente e iniquamente imposta e accettata come inizio: il rigore può cessare di essere l’unica via percorribile dopo la ferita presupposta, e l’annodatura o sutura non è più considerata tale. Niente chirurgia estetica – e poi chissà, estetica senza chirurgia -, ma una rivoluzione cui si accede in modo non kuhniano. E neppure più qualcosa di simile al piacere della vista di cicatrici da film di Cronenberg, nè di edifici fatiscenti in viaggi nell’est Europa.

Sta scritto “Tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo. Quale utilità ricava l’uomo da tutto l’affanno per cui fatica sotto il sole?” (Qoelet, Prologo):
ma quale sole?: da un incipit mentale come la sexycicatrice non può esserci sole, ma unicamente pioggia come nelle più cupe atmosfere di Blade Runner:

l’affanno non è del pensiero al lavoro ma della mente vulnerata.

Sara Kayal

Un commento

La guarigione, non dalla ferita ma dalla Teoria, non è ritorno alla … natura, bensì costituzione del pensiero de natura, rigoroso senza rigor mor(t)ale.

Un altro commento

Ecco messo al suo posto il Qoelet.

GBC

venerdì 22 ottobre 2010

 

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