QUESTIONE DI PELLE

Non so più quante volte ho detto e scritto che il pensiero è una superficie, non un interno, che la res cogitans è estesa come lo è la res extensa, semplicemente perché è un Ordinamento, che ha l’estensione di fogli di carta che riguardano l’intero territorio.

É un organo che ha una propria vita d’organo, che sta bene o ha male (angoscia), proprio come la pelle.

Freud ha fatto osservare che il primo e vero organo erogeno è la pelle in quanto sensibile e che, nell’uomo, sensibile significa erogeno.

Tornano valide espressioni come “tenere alla pelle”, “salvare la pelle”, “questione di pelle”.

La vecchia occulta “anima” diventa, come avrebbe sempre dovuto essere, una questione non esoterica di pelle:
lo è insieme al soggetto grammaticale della questione stessa, l’io, che è il millenario bersaglio strategico di tutta la Teoria patogena:
il merito di Freud è di avere riconosciuto, a patologia fatta come si dice a cose fatte, il merito compromissorio dell’io di esserne stato l’autore, a difesa da quella Teoria che altrimenti ne avrebbe morti-ficato il pensiero:
cioè psicosi pura, che non si trova mai perché l’io compromette sempre, poi anche nella perversione.

Sottolineo autore, di un copione (“nevrosi”) di cui l’io ha dimenticato le sue tracce d’autore per minaccia ossia angoscia:
allora si inventa il destino, o più banalmente la causa, cioè un autore distinto da lui del cui personaggio sarebbe l’attore, sempre comico anche quando tragico:
l’autore distinto da lui non c’è mai stato.

Ho collaborato con Raffaella Colombo a redigere un breve testo introduttivo al Seminario di Il Lavoro Psicoanalitico dal titolo:
“Personaggi in cerca d’attore”,
– attore da “atto” -,
intraprendente dopo la sopravvivenza non intraprendente di quello che c’era già stato come attore-autore in condizioni sfavorevoli:
Pirandello nel suo titolo non l’aveva pensato.

La storia della psicoanalisi non ha mai dato retta a Freud, e ha anch’essa maltrattato l’io, quello già maltrattato prima, e che nei suoi compromessi aveva mostrato un certo valore:
non per il valore dei risultati, ma perché à la guerre comme à la guerre.

La psicoanalisi tratta personaggi in cerca d’attore, a partire dal riconoscimento di quello che c’era già stato nel redigere il copione (nevrotico) dimenticato.

Tornando alla pelle, rammento che la pubblicità dei deodoranti − non dei profumi − le rendono il peggiore servizio, trattandola come da deodorare a partire dall’ad-olescenza:
lo stesso maltrattamento viene fatto al pensiero, trattato come da spensierare.

Per finire in letizia, il primo organo erogeno è la pelle, non gli organi genitali:
è qui che colpisce la magnifica spudoratezza logica della trivialità tutta italiana “Testa di c…”:
che significa un intelletto così rincretinito da pensare che l’organo erogeno sia il … .

PS

Poverodio! quando è asserito come Autore del Destino, come se non avesse niente di meglio da fare:
già un Freud indignato richiamava “Non nominare il nome di Dio invano!”

martedì 26 ottobre 2010

 

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