Parlo sempre e solo di attualità, non di vecchie storie, né di interiorità (l’ho appreso da Freud).
Da giorni insisto con scarrafòne, intelligente, zimbello, Odradek, Gregor Samsa, oggetto o ovvero a, fissazione, imago.
Coatti o sovraimpressi in serie come sono − essere come “es-serie”: bisognava inventarla questa ontologica parola! −, basterà poi raccoglierli a mazzi lusingandoli per ciò che sono cioè tutti o (o1, o2, o3 …):
insiemi, gruppi o mazzi o “psicologia di mazzo” come la chiamava Freud (io mi prendo soltanto una corretta libertà traduttiva).
É un modo d’essere della politica, molto attuale (e niente giuridica):
e ripugnante a dire il vero, ma per poter dare questo giudizio la puzza non bisogna averla al naso (dramma presupposto, isteria).
Ripugnante anche perché ingiuriosa, ma chi si accorge di essere arruolato come scarrafòne?, come ministro magari, non solo come soldato semplice.
Politica come mazzo dei mazzi:
ci vuole pensiero, o costituzione, perché non sia questo.
C’è chi la chiama “populismo” e io convengo sulla parola, purché significhi questo, puerilità adulta di massa.
Almeno un po’ e senza saperlo ci si avvicinava Lenin quando scriveva Estremismo malattia puerile del comunismo (1920):
già allora estremismo significava “amare il popolo”, “servire il popolo”:
devo dire di peggio?
mercoledì 6 ottobre 2010