[Riprendo “I Santi Gheddafi e Ahmadinejad” di sabato-domenica 4-5 settembre.]
Nel nostro mondo restano due e solo due “purezze”:
1° quella religioso-islamica, in cui “Dio” è il nome della frase “Dio è il più grande”, ossia senza impurità umane di alcuna sorta (disinteresse e spassionatezza):
l’accento è su “senza” ossia una privazione;
2° e quella morale-kantiana, in cui “morale” è il nome della frase “morale è la più pura”, ossia senza impurità umane di alcuna sorta (disinteresse e spassionatezza):
l’accento è su “senza” ossia una privazione.
Ho appena scritto che Islam e Kant sono in dialogo muto.
Interesse con passione significa economia.
Di purezza ne manca una terza e prima:
quella introdotta da Freud non come un dato del bambino, preliminare o peggio naturale, bensì come sua meta di vita:
sappiamo che gli sarà impedito.
Definisco tale purezza come ho definito l’affidabilità:
come l’unione di innocenza (non nuocere) e consistenza (non contraddizione).
Rammento le vecchie discussioni sul saggio di Mao-Tsedong o Mao Tse Tung “La contraddizione”, cui si obiettava che l’Autore confondeva contraddizione (logica) e conflitto (reale):
ma le contraddizioni non sono valzer universitari bensì producono conflitti.
Apprezzavo i Padri i quali chiamavano “Primo Adamo” cioè primo uomo Gesù, interessato e appassionato, ovviamente irreligioso e privo di morale kantiana.
Quest’anno confronteremo purezza (unita a economia) e perversione.
martedì 7 settembre 2010