IL TESCHIO O LA DIAGNOSI DI ISTERIA. E IL MATRIMONIO

Tutti avranno visto immagini e immaginette in cui santi e sante meditano sulla morte con un teschio in mano, o più laicamente Amleto con quello di Yorick:
a me è sempre sembrato, anche se non osavo dirlo, ridicolo, fin da quando mi hanno accompagnato bambino alla Chiesa di S. Bernardino alle ossa, con le pareti tappezzate appunto delle ossa dei morti nella peste di Milano:
in proposito riconosco il mio debito ai Fratelli Grimm, che sono stati la mia seconda Bibbia:
inoltre la sola trovata dei Promessi sposi che mi è piaciuta sono stati i Monatti, per il resto apprezzo i Promessi come il romanzo della perversione di un Manzoni-Sade con una Lucia-Justine.

Colgo l’occasione per confessare un vero crimine commesso a diciannove anni in associazione per delinquere con un mio compagno di Medicina:
studiavamo osteologia, e poiché eravamo diligenti abbiamo premeditato di procurarci un supplemento didattico, disseppellendo uno scheletro completo al Cimitero Monumentale di Milano, scavalcando un muretto incustodito del retro:
il nostro paziente scavo ha avuto successo, non mancava un solo ossicino (ciò prova che eravamo bravi, abbiamo saputo cercarli tutti):
il teschio era semplicemente meraviglioso, e l’ho subito chiamato Yorick.

Non credo in “La Morte”, e quando mi toccherà penso che sarò dispiaciuto, spero non presuntuosamente, per quelle alcune persone cui la mia presenza è di supplemento:
il desiderio è supplementare, la sopravvivenza è morte o almeno cachessia del desiderio

Nell’isteria il desiderio non è ancora morto − chi più dell’isterico ha sulle labbra la parola “desiderio”? −, solo perché si fa rappresentare da un desiderio sì ma di insoddisfazione:
Ecco perché il teschio è solo un tradizionale test diagnostico di isteria (che crede in “La Morte”, ne ha il dramma, ne va … pazza), che come nevrosi popola maggioritariamente il nostro mondo in antitesi sempre irrisolta con la perversione:
è con la nevrosi ossessiva che fa coppia, mai felicemente sposata anzi mai sposata:
il problema dei matrimoni è che sono nulli, anche canonicamente, salvo eccezioni.

mercoledì 22 settembre 2010

 

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