AMO LE PROSTITUTE

Certo che sì, perché amo chi non mi inganna, ora le prostitute sanno qualcosa su cui non mi inganneranno mai, cosa rara:
invece in gioventù mi hanno ingannato proprio coloro che amavo, sciagurato!:
esse sanno che le prostitute non amano affatto (siamo popolari!: che “dar‘la’ via” non è un segno dell’amore, cose da sbellicarsi!)

Poiché questa è una verità esse realizzano un nesso, quello tra sapere e verità, che non si dà quasi mai:
nella scienza non si dà, eppure la scienza è sapere.

Quid est veritas?” domandava correttamente e senza scetticismo quel tale Pilato:
lo aveva appena detto lui stesso − “Quest’uomo è innocente” −, ossia che la verità è quella di un’imputazione, cioè è giudiziaria.

Ora, i Processi in Tribunale sono solo uno su dieci o cento o mille:
gli altri li facciamo noi in un diverso Tribunale, o omettiamo di farli, ogni giorno:
la verità è di tutti i giorni, spicciola perfino:
la “Verità” con la maiuscola è un inganno maggiore e antico, e schizo-frenico cioè la schisi verità/Verità.

Darla via, la mente, affinché qualcuno si prenda la briga di penetrarla e magari fecondarla, non lo fa quasi nessuno:
ciò è detto “paranoia”.

É così raro che quella celebre “la” diventi metafora della mente! − una possibilità esclusivamente umana che non esiste in natura −, eccetto che nel sintomo patologico (frigidità o vaginismo cioè la stessa metafora ma contraria).

Nella mente gli uomini sono così poco femminili!, il che gli risparmierebbe di essere omosessuali anche quando eterosessuali.

martedì 14 settembre 2010

 

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