TRUISMI, E L’INFERNO

Per quattro articoli successivi in progressione ho appena parlato della Psicologia quando questa rappresenta la revoca all’io della competenza psicologica:
in questa funzione (non un’altra) la Psicologia anticipa l’Inferno, cioè la caduta della sovranità dell’io in fatto di Psicologia, ossia di tutto ciò che lo riguarda a partire dal corpo.

Vero che “normalmente” l’io era già stato precocemente forzato (infanzia) a questa abdicazione da un concorso e combutta di forzatori pedagogici in nome dell’amore − è questa la psicopatologia −, ma è nel ‘900 che si è fatto di tutto, ossia la “Psicologia scientifica”, per ufficializzare (pseudo-) istituzionalmente tale revoca.

In tutto ciò sto solo dicendo truismi, che sono quelli che incontrano la massima resistenza con digrignar di denti.

A essi è correlato il seguente, ossia che una tale Psicologia era già quella antico-greca, poi riproposta da Dante in:

“O animal grazioso e benigno” (Inf. 5, 88):

ora, l’animale è oggetto di Scienza, anteriore e superiore alla competenza individuale che, se c’è, fa l’io  soggetto di Legge (del moto del suo corpo nell’universo), non oggetto di Scienza.

Sfugge ed è fatto sfuggire un altro truismo:
il fatto che l’animalità dell’uomo, se fosse, sarebbe da dimostrare:
l’onere della sua prova è in capo a chi la sostiene, mentre la conosciamo come dogma cieco o indimostrato già nei Greci presunti dimostratori di professione.

In esso si tratta dell’incredibile, sbalorditiva, irrazionale confusione già greca di biologico e animale in nome della materia:
la parola “istinto” è uno dei nomi di questa oscura confusione, imposta anzitutto ai sessi e all’alimentazione:
è ciò che mi fa dare una ragione all’anoressia, che è anche sessuale e non solo alimentare.

Ma negli anni ho scoperto anche l’anoressia di pensiero, o logica, che è quella che più ci sevizia e con cui seviziamo.

L’animalità dell’uomo è la più antica delle idee stupide − tutta la Scuola di Atene la pensava senza pensiero −, che devono la loro forza proprio alla loro stupidità, cioè al fatto che le si trattano come assiomi, che come tali non sono da dimostrare.

La forza della cosiddetta “pulsione” di Freud è logica, la semplicità e nitidezza logica per cui essa designa il fatto che le leggi di moto umane sono solo umane, mai animali neppure in tracce:
è a ciò che ogni morale, ma anche ontologia, oppone una resistenza feroce.

Proseguirò domani su sovranità e inferno.

venerdì 16 luglio 2010

 

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