Auguro buone vacanze, e per una volta trovo non banale dire così, “buone”:
infatti le auguro non sinistre né patetiche.
Vedo che almeno dall’inizio di aprile ho lavorato alla distinzione tra ciò che è perversione e ciò che non lo è
− il Corso prossimo della “Società Amici del pensiero” si intitolerà appunto “Perversione” −,
con due picchi sulla perversione pedofila e la perversione psicologica:
ai miei quattro lettori consiglio di leggere o rileggere.
L’ultima mia lettura o meglio rilettura di poco fa, è stata quella della brava Legge Ossicini, la 56/89, in cui l’articolo 35 dedicato alla “Psicoterapia” lascia a non-so-chi il contenuto della fattispecie “Psicoterapia”, così che forse per la prima volta nella storia viene costituita quella che si può solo chiamare fattispecie vuota, cui consegue che in caso di reato si tratterebbe del reato di “non-so-che” o di “qualcosa”:
starà all’imputato confessare, patteggiare, rinunciare a “non-so-che” o “qualcosa”, o anche, ma è la medesima cosa, rivendicare eroicamente e anarchicamente “”non-so-che” o “qualcosa”.
Non avevamo ancora avuto un esempio anzi modello tanto flagrante della fine del diritto:
sinistro e patetico!, per tutti e non solo per quei pochi che si guadagnano da vivere sotto l’incubo ridicolo della fattispecie vuota.
Non è la prima volta che proprio l’Italia è il laboratorio del peggio nel mondo (ma “chi è senza peccato eccetera”).
Al 1° settembre.
mercoledì 21 luglio 2010