Il crimine di una scissione: tra io e competenza psicologica
Continuo a parlare del crimine del verdetto universale di incompetenza di tutti:
ossia della Psicologia novecentesca non come ricerche e scuole, bensì di quella imposta come scissione tra io e competenza psicologica:
ovvero tra vita psichica e vita giuridica.
All’inizio del ‘900, questa brutalità chiamata “Psicologia” l’abbiamo fatta “inconsciamente”?:
troppo comodo!, concediamo pure che all’epoca non sapevamo quel che facevamo, ma non lo concedo più oggi.
Sento digrignare i denti!
Rammento il ritornello pluridecennale ripetuto in ogni prima lezione alle matricole della Facoltà di Psicologia di tutto il mondo:
“Prima c’era la Psicologia filosofica, ora c’è la Psicologia scientifica!”
Questa distinzione ha carattere sistemico, psicologia/filosofia, psicologia/logica, psicologia/diritto, psicologia/religione:
sono consapevole di proporre un’alternativa di Civiltà dicendo che la vita psichica, che è la stessa vita del pensiero come tale, è vita giuridica (o antigiuridica).
Tutti sanno che la vita giuridica riguarda il corpo, l’azione, il comportamento:
ora, riconosciuto il furto culturale della Psicologia all’io, diventa facile riprodurre un celebre detto:
La Psicologia è un furto
seguito da:
Questo furto è del corpo
per l’evidenza del fatto che la parola “Psicologia” designa l’ordinamento motorio del corpo, o le leggi del suo comportamento.
Lo “habeas corpus” del passato si riferiva appunto a un corpo imprigionato senza giudizio:
oggi esso diventa habeas Ψ.
Proponiamo un lavoro di civiltà analogo a una bonifica [1], in questo caso dalla palude mondiale detta “Psicologia”, con libertà di Psicologia per tutti [2]:
che è anche libertà di Scuole di Psicologia, come pure di istituire insegnamenti universitari di Psicologia così come ci sono insegnamenti universitari di Filosofia senza monopolio del titolo, e anche di Scienze politiche senza che nessuno sia tanto ridicolo da bloccare il titolo di “Politico” pretendendo che i politici siano laureati in Scienze politiche o iscritti in un Albo di Politici, idem per gli Imprenditori.
Si discute di riforma della Costituzione:
ma ce ne sarebbe una se il primo articolo di essa asserisse la libertà come libertà di Psicologia (senza di che la parola “libertà” non ha senso):
grazie a un tale primo articolo l’Albo degli Psicologi si espliciterebbe come già esistente nell’Anagrafe della popolazione:
libero poi ognuno di cercarsi liberamente dei Consulenti, o partner, anche chiamati “Psicologi”:
la guerra di un secolo è su questo punto.
La Psicologia esautorante l’io dalla competenza psicologica condanna all’incompetenza economica e politica (lo ripeto da tempo).
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[1] Troppe volte abbiamo già ricordato la “bonifica dello Zuydersee” freudiana.
[2] Negli ultimi quattro articoli sto solo rinfrescando ciò che era già scritto in: Giacomo B. Contri, Libertà di psicologia. Costituzione e incostituzionalità, Sic Edizioni, Milano 1999.
giovedì 15 luglio 2010