La casa d’appuntamenti
[Termino l’articolo di ieri riprendendo da esso.]
Notevole che l’espressione “casa d’appuntamenti”, che designa la moralità stessa, abbia avuto in sorte di finire per denominare il bordello:
sorte comune, anche per “compagno”, “single”, “amore”, così va il mondo.
Mi si domanda spesso di “spiegare Lacan”, cosa che di regola rifiuto, ma ora ho l’occasione di fare un’eccezione:
infatti ciò che ho appena scritto è un caso della legge lacaniana:
“Ce qui est rejeté dans le symbolique reparaît dans le réel”
ma chi capisce che il “simbolico” è pidocchioso?, e brutale è il reale allorché ne è debitore:
la morale è che è immorale sparare pietre in cielo.
Ma non saprei neppure chi capisce che tale adagio equivale a quest’altra frase:
La pietra scartata (qualsiasi) non sta lì, ricade sulla testa
salvo riabilitazione del costruttore con la pietra.
La parola “compagno” continua a agitare gli animi, ancora il la Repubblica di giovedì 1 luglio, e richiamo il mio Compagno di martedì 22 giugno:
trovo più realistico osservare che di compagno ce n’è stato poco nella storia, proprio come di amore malgrado l’antichità di questa parola, in cui si è condensata l’essenza della nostra stupidità:
vengo ora a “single”.
Da qualche decennio ho visto apparire nel firmamento linguistico la cometa “single”, e come i Re magi me ne sono lasciato guidare malgrado equivoci facilmente intravisti, e la disapprovazione di cui sono stato fatto segno.
E, poiché questa parola si è fatta avanti al femminile, le si è fatto occupare tutta una varia casistica, quella di remake della zitella, di sbarbina però colta, di puttana rifatta, di lesbica senza impegni, di furba che ha capito, di divorziata o comunque delusa che non vuole più cascarci, o altri casi, per esempio di ex-monaca che non gioca più, di non maritabile che però non capisce perché tante amiche più brutte e cretine di lei si sono maritate, e poi o prima ci sono le single di successo.
Mi sono poi reso conto che il single femminile o maschile io l’avevo perfino già scritto con la lettera S nella relazione o partnership
S → Au
in cui il pedice “u” di A (l’altro soggetto, suscettibile di scambiare posto con S) è l’iniziale di “universo”, e la freccia → designa lavoro su una materia (qualsiasi) cui risponde Au con un altro lavoro valorizzante, che è risposta sì ma non a-tu-per-tu ossia non speculare o “narcisistica”.
Single è il primo operante S, che è anche fonte dell’intero movimento, anche se (non dilungo) a sua volta è fonte per avere elaborato un eccitamento (qualsiasi) da lui indipendente ossia da cui assume la dipendenza:
è come single che S muove la sua iniziativa nell’appuntamento.
L’amore è single, non a-tu-per-tu (innamoramento) neppure nell’intesa indistruttibile e nella confidenza d’alcova.
[Neppure oggi ho terminato.]
lunedì 5 luglio 2010