PSICHIATRIA-PSICOLOGIA: PERVERSIONE, ISTERIA

Ho già detto che non tornerò sull’argomento [la pedofilia, ndr], perché ritengo di avere esaurito, in senso logico, l’argomento:
qui si tratta di un argomento distinto e generale, benché occasionalmente correlato.

L’AIP (Associazione Italiana di Psicologia) ha appena pubblicato un Comunicato stampa per dare torto (correttamente) alla dichiarazione del cardinale Bertone secondo la quale “psichiatria e psicologia avrebbero dimostrato scientificamente il legame tra omosessualità e pedofilia”.

Bene così, senonché poche righe dopo l’AIP commette il medesimo errore, quello di dichiarare esistente una dimostrazione mancante:
infatti l’AIP dichiara che gli “abusanti” [i pedofili, ndr] sono “questi sì realmente malati”.

Ma chi lo ha dimostrato?, e con quale diagnosi?:
qui il silenzio osservato, in specie da psichiatria e psicologia, è assoluto fino all’occultismo, quello della torbida espressione “male assoluto”, che esclude la malattia e la sua diagnosi, ed esclude la scienza comunque intesa, e anzitutto la logica, dall’avere competenza in materia:
tanto ovvio quanto stupefacente.

Ciò lascia la strada aperta a futuri apologeti della pedofilia (nella solita Olanda ci hanno già provato):
no pasaran?, passeranno passeranno, secondo la Legge di Murphy (Arthur Bloch), verificatissima, o meglio facciamo di tutto per farla vera:
questo “facciamo di tutto” è la psicopatologia, in cui psicologia e psichiatria hanno dichiarato la propria inettitudine.

Io ho proposto la diagnosi di questa malattia, ma si tratta di quella diagnosi che psichiatria e psicologia hanno progressivamente rifiutato fino a rinnegarne il concetto:
si tratta di perversione:
ripeto appena, qui si tratta di quella perversione che unisce feticismo e sadismo, che chiamo anche perversione pedagogica o, senza ridere affatto, quella dello s-culacciamento.

Rammento che sono quelle stesse psicologia e psichiatria che avevano già negato anzi rinnegato l’isteria (con lo sciocchissimo pretesto che non si vede più l’arco isterico, ma si può?!)

Qui, API e cardinal Bertone come rappresentante della Chiesa collimano, intendo nel disconoscimento storico della perversione:
da anni faccio osservare che duemila anni di storia della morale cristiana sono stati costituzionalmente incapaci di configurarne la fattispecie:
che è quella deformazione del giudizio che Freud chiamava “rinnegamento, Verleugnung”, esplicito nella storica e infausta frase:
“ti faccio male ma ti voglio bene” (per esempio “ti culaccio”, e senza dimenticare “ti torturo”).

In tutta la mia carriera di psicoanalista, la peggiore resistenza l’ho incontrata nel cosmico disconoscimento della formazione reattiva cioè del sadismo “amoroso”.

Perlomeno, il Cardinale non nega l’esistenza dell’isteria, e lo dico non perché io lo conosca, ma perché come ogni prete non può non  averne vista tanta.

Perversione e isteria sono anche Cultura, “disagio nella Cultura” come titolava Freud, contestualmente alla patologia individuale:
e la Cultura, come le Banche, fa politica molto più del Governo.

Non me la prendo con la Cultura quando è Civiltà − il nostro è un “lavoro di Civiltà” diceva Freud (“come la bonifica dello Zuydersee”) −, e neppure con le Banche.

L’ostilità a Freud, e al pensiero, si dichiara nei due rinnegamenti:
e siamo tutti qui, in unità di tempo luogo azione.

martedì 27 aprile 2010

 

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