La parola “mistica” viene associata a “religione”, ma è un errore:
la si capisce meglio pensando, anziché ai Mistici, a Adam Smith, robusto e pratico pensatore moderno dell’economia così poco propenso all’illusione religiosa.
Lo cita Torben Guldberg in “Tesi sull’esistenza dell’amore” (vedi mercoledì e giovedì 24-25 marzo):
“[a proposito dell’amore] in questo, come in tanti altri casi, egli è guidato da una mano invisibile a perseguire uno scopo che non rientra assolutamente nelle sue intenzioni”.
Conosco dei malintenzionati che dicono che la mano invisibile è l’“inconscio”.
Il mio appunto di oggi, meno che articolo, sollecita alla lettura di Maria Delia Contri, “Pragmatismo mistico”, Introduzione alla seduta del 10 aprile p.v. del Corso annuale “L’albero e i frutti. La rettitudine economica” (www.studiumcartello.it).
La mistica dichiara incompetenza (di massa):
ha inizio con quel catechismo ai bambini, poi agli adulti, che è condensato nella frase “Certe cose non si pensano neppure!”, e simili (“Cosa vuoi sapere tu!”, “Ma va’!”, “Va be’!”).
I mistici non ci dicono che siamo tutti mal-ridotti a mistici, e proprio nei nostri appelli alla “concretezza” e ai “fatti”.
Perché la mano sia invisibile, bisogna che gli occhi non vogliano vederla, intendo vedere la mano che manomette lì la “mano invisibile”.
Non credenza religiosa, né idea scientifica, la “mano invisibile” è l’Oggetto del visionario, un uomo molto pratico:
fede nessuna, ma “vede” facendo concorrenza nella durezza al credente fanatico.
É l’ultima “visione del mondo” che resta, o Weltanschauung:
Freud si rifiutava ufficialmente e con decisione alla Weltanschauung.
giovedì 8 aprile 2010