Questo Max Ernst è presentato esaurientemente dall’articolo di ieri:

La traduzione “sculaccia” è corretta ma parziale, il verbo completo è “correggere” nel significato pedagogico, poi anche di politica criminale (“Istituti di correzione). La ferocia pedofilo-sadica di questa Vergine che corregge il bambino è flagrante, e in passato l’avevo già segnalata in Beatrice mammina e maestrina, nonchè sadica e necrofila (“Muover dovieti mia carne sepolta”, Purg. 31,48).
Ernst è sagace nel rappresentare alla finestra André Breton, Paul Eluard, sé stesso, insomma dei laici che magari saranno anche dei feroci “laicisti” che vogliono mangiare il Papa e naturalmente andranno all’inferno:
però sono anche dei non ingenui ingenuamente sbalorditi – l’ho visto molte volte – che nella storia del cristianesimo possano succedere certe cose:
non è con la Madonna che Max Ernst ce l’ha, lui la scopre nelle coperture che le vengono fatte dare (come quella a Beatrice fra le altre).
A queste “certe cose” non erano preparati per difetto in loro della laicità freudiana, che fa considerare già clericale la nevrosi e l’intera psicopatologia, di cui tale storia è stata il terreno di massimo sviluppo, benchè non di nascita:
come il grano per la zizzania.
martedi 13 aprile 2010