Precede l’articolo di ieri, “Materia: la materia prima detta ‘uomo’ ”.
C’è una meta-fisica contro:
non contro-natura ma contro-pensiero, perché metafisico è il pensiero come tale.
Non solo io non sono immorale, ma sono per una morale che tenga, cosa che non è mai esistita:
una morale dell’imputabilità, la quale − cosa mai pensata − non comporta affatto un Inferno penalistico, come il ridicolo Inferno splatter di Dante:
secondo me Dante si divertiva consciamente, tanto prendeva per il …
In tempi di pedofilia riconosciuta con sadismo meno riconosciuto, in casa cattolica (ne parlano tutti i giornali), traggo la mia certezza di ciò che ho appena detto (incompletezza della morale per non riconoscimento della fattispecie “perversione”) dalla storia:
per esempio la storia nota e documentatissima anche processualmente di Gilles de Rais (1404-40, compagno di battaglia di Giovanna d’Arco, “Barbablù”), reo di almeno due perversioni, sadismo e pedofilia seguite da decine di omicidi di bambini e adolescenti, forse duecento.
Ma non sto ricordando la poco edificante storia, bensì osservando (come ho già fatto tempo fa) la mancata fattispecie morale “perversione”, mancata all’epoca e così oggi.
L’unico a darle rilievo è stato Freud, e forse proprio per questo (è ciò che penso) abbandonato, anche dai seguaci:
passati dalla nevrosi (la completezza della psicopatologia, quella che interessava a Freud), alla psicosi che consiste nel non riconoscerla, con negazione della perversione che è la psicosi dei furbi.
La morale resta perversa (Kant).
La perversione non è contro-natura, è contro-pensiero, contro la materia prima detta “uomo”.
La perversione, lo ripeto, è il missionario della nevrosi.
La perversione è il massimo della secolarizzazione, che come noto è senza più clero ufficiale.
lunedì 8 marzo 2010