MATERIA: LA MATERIA PRIMA DETTA “UOMO”

Sabato domenica 6-7 marzo 2010
in anno 153 post Freud amicum natum

 

Ci sono argomenti che trovano soluzione nel momento stesso in cui possono essere trattati alla leggera, superficialmente, “con la mano sinistra”,  sapendo che è altrettanto buona che la destra:
in questo caso, la parola “manfrina”, senza complimenti né concessioni, con la sua leggerezza triviale, è quella giusta per dare soluzione (che è fare giustizia) a uno di questi argomenti.

Intendo la storica accoppiata conflittuale della materia con lo spirito, una coppia che ha seviziato i giovani anni miei e di tanti altri, e aveva già seviziato i secoli.

Riusciamo a cessare di essere perdenti, pesanti, “profondi” (solo la superficie è virtuosa e leggera), se abbandoniamo la millenaria opposizione dello spirito alla materia, per chiamare “spirito” ciò che fa passare la materia a sempre materia ma materia prima:
l’operatore di questo passaggio è il pensiero.

Questo riscatta la materia dal suo nulla benché essa sia sensorialmente attestata, ossia dalla sua indifferenza:
e la vinificazione fu a partire dall’uva diventata anzi accaduta come materia prima grazie al pensiero.

Nell’anestesia isterica, più in generale nell’indifferenza nevrotica, l’uva del corpo è fatta regredire a prima della vinificazione, cioè al delirio detto “natura”:
è noto che nei dialetti meridionali “la natura” è un delirio popolare sul corpo femminile
(vedi “Esigenza?”, 13-14 febbraio, e passim).

La materia prima è il frutto (“l’albero si giudica dai frutti”) di un artificio, la generazione (non ri-creazione) di una materia per in-pegno in esso del pensiero:
“uomo” (inclusivo della donna) significa che esiste solo meta-natura, artificio, e che “natura” è un delirio.

Che l’umanità sia artificio è provato dal più forte materialista, o produttore di materia prima, che esista, intendo il bambino (l’ho già scritto più volte):
nei primi due anni di vita egli trans-forma incessantemente materie biologiche prive di forma, ed eminentemente nella costituzione del linguaggio, in materie prime:
in ciò egli opera meglio di Mozart, 1° sia perché (ap)prende il linguaggio in un tempo dimezzato rispetto a Mozart, 2° sia perché si fabbrica da sé il clavicembalo fonetico e fonologico:
nei primi due anni sono anche osservabili autentici atti di virtuosismo linguistico (subito massacrati commentando “Che bravo bambino!” con risolino allegato).

Il corpo è il prodotto di una corporificazione proprio come si parla di vinificazione, artificio.

Nessun istinto, nessuna evoluzione, nessuna educazione, presiede a questa operazione culturale precoce e continua:
con la cui complessità e ricchezza nessuna operazione culturale successiva reggerà il paragone, nel migliore dei casi la eguaglierà (cosa rara).

Eccolo, nella sua funzione formante e colta, il “principio di piacere” come principio propriamente intellettuale e formativo.

La meta-fisica, artificio, è cosa fatta dal bambino nei primi due anni di vita:
i Filosofi l’hanno oscurata sostituendole un’altra Metafisica, culturalmente ignorante.

Proseguirò domani a proposito della débacle morale dei millenni:
la perversione non è contro-natura, ma alternativa anzi opposizione di cultura, o se vogliamo è una metafisica contro un’altra:
sadismo e pedofilia sono metafisiche-contro.

 

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