Ci siamo dentro fino al collo, anzi fin sopra la testa, il pensiero.
Siamo così patologicamente privi di buon senso, che ciò che meno facciamo è farci i fatti nostri, espressione disprezzata proprio perché designa la moralità.
Alla quale si oppone la morale-immorale di Kant, che proibisce proprio i “fatti propri”, quali che siano e solitamente da scoprire dal principio:
in particolare, la psicoanalisi è la scuola dei fatti propri, una scuola che invita a scoprire i fatti o temi propri anche nei sogni, tra altre cose.
Nulla a che vedere con la “mano invisibile” di A. Smith, ma non ripeto.
Vale oggi, e non solo oggi, l’articolo di ieri interlocutorio con Eugenio Scalfari.
lunedì 29 marzo 2010