C’è di peggio della banda di banditi o di “briganti” (vedi Agostino-Kelsen):
− prossimamente nella seduta del Corso di sabato 13 marzo p. v. introdotta da M. D. Contri, “La banda di ladroni”, www.studiumcartello.it −,
il peggio, che trova poi esito nella banda di banditi, è la banda di cialtroni.
E’ una banda già di banditi, un partito composito e trasversale:
è la banda del sostanziale contro il formale, come distinzione giuridica, anzi antigiuridica prima che ontologica:
questo “prima che” è ciò in cui ha difettato Aristotele:
mi ci sono voluti anni a capirlo, a capire che su Aristotele pesa l’antigiuridicità di Platone.
L’opposizione del sostanziale al formale è la ferocia, che è solo umana non animale.
Nei due articoli precedenti ho trattato l’uomo come il formale di una sostanza biologica, un formale autonomamente (non educativamente) costruito dal pensiero a partire dal bambino.
Questa banda-partito ha un simbolo, il simbolo dell’azione in linea retta:
è un segmento che termina a punta di freccia, → , o il simbolo del semplicismo, quello che trova realizzazione nel far saltare le teste, cioè il pensiero che esso odia:
potrei alleggerire la pesantezza chiamandolo simbolo western, la colt, per il pubblico italiano il simbolo di Tex Willer:
ma ridò pesantezza riconoscendolo il simbolo avverso alla psicoanalisi, al pensiero, all’amore, al rapporto.
Tutti sanno che non uso più la parola “pulsione”, solo perché ne privilegio il concetto come pensiero-legge di moto del corpo ossia come forma formante:
mangiare non è alimentarsi, baciare non è leccare, fare sesso non è s…re, amore non è in-amoramento o odio a-tu-per-tu, parlare non è comunicare, eredità non è dono, amare non è donare, il più grave degli equivoci.
L’amore è tutto forma.
martedì 9 marzo 2010