Per la seconda volta ripropongo l’articolo “La Grande guerra sull’io” di sabato-domenica.
Segnalo una frase che in esso mi si è prodotta felicemente:
“Non esistono i sassi se non nelle leggi di moto dei sassi, altrimenti sarebbero dei sassi mistici, e il sasso mistico è storia moderna del pensiero (Swedenborg)”.
Eccoci arrivati al mistero del sasso, alla sua ontologia e alla relativa adorazione, molto di più che quella del troppo carnale vitello d’oro.
Un’indubbia proprietà del sasso è che non ha angoscia:
si può ottenere la sedazione da questa con i farmaci (anche le droghe lo sono), per riduzione allo stato inorganico (polvere o sasso), per passaggio alla demenza:
l’identificazione al Capo è un caso di de-menza come lo è l’innamoramento.
Il Capo dell’identificazione di massa o gruppo potrebbe anche essere lui un idiota, sorretto da un algoritmo che lo mette in scena come ologramma.
Il sasso mistico è un protagonista della Grande guerra sull’io.
Una pecca, ma per altri una virtù, della mistica è la miseria o diseconomia materiale e mentale o spirituale:
non ci sono due specie di ricchezza.
martedì 30 marzo 2010