SNOB

Ho finito tardi l’articolo di sabato-domenica e questo lo segue di poche ore.

Mi accontento ora di poche battute sulla parola “snob”, avendola io appena applicata nientemeno che a Francesco d’Assisi e a Gesù, e senza fare lo spiritoso:
e tantomeno in quanto ho appena parlato della massima attualità del nostro mondo, la disoccupazione crescente e irreversibile:
non si tratta di dare una sistemazione a Termini Imerese, né di far ancora scavare buche, né di accordi tra Fiat e Stato.

Invitando a rileggere l’articolo di ieri, estendo il medesimo invito a “La Mercedes” (giovedì 4 febbraio), perché in questo si tratta del perdere il posto una seconda volta, quello presso la Mercedes, con disoccupazione completa (c’è una relazione tra le due).

Informo appena (seguirà elaborazione) del fatto che “snob” è l’abbreviazione di S[ine] NOB[ilitate], cercate su Dio-Google se non avete altre fonti,
– lo stesso W. M. Thackeray, quello della “Fiera delle vanità” e di “Barry Lyndon”, gli ha dedicato nel 1848 “Il libro degli snob” -:
non è un argomento di “cultura”, ne va della pelle:
la psicoanalisi stessa è nata da qui.

I miei Autori sono tutti degli snob, Marx, Freud (in prima posizione), Kelsen …, inoltre il mio snobismo mi ha fatto associare i due summenzionati:
inoltre, cosa c’è di più snob della Bibbia e del Talmud che Leonard Susskind (2008) applica sovranamente perfino alla carta igienica?

Sullo sfondo c’è l’opposizione del Sistema all’Ordine, e il sapere nobile di carta-e-matita.

lunedì 8 febbraio 2010

 

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