Una mia visitatrice mi ha riferito con legittimo compiacimento un suo lapsus:
“Cani clinici”.
Questa sera mi manca il tempo per orchestrare l’argomentazione a suffragio, ma in fondo lo può fare per conto suo almeno qualche lettore, è solo un faccenda di un po’ di mestiere al servizio della già competenza del pensiero.
Diciamo che i casi esposti da noi “psico” comportano tutti della clinica
– ciò significa una descrittiva da medico come naturalista cioè canino, anche da parte di chi non è medico, una descrittiva che richiede accuratezza perché io amo i cani -,
ma essi vanno esposti come casi giudiziari, o letterari, o storici, mentre se prevale la clinica rendiamo solo del cani clinici, il che facciamo da cento anni salvo preziose ma rare eccezioni.
Ma non basta il o un modello giudiziario, letterario, e neppure storico, affinché dall’esposizione di casi di cura da parte mia
– una cura finalizzata a che il paziente passi finalmente ad avere cura lui stesso, ecco la guarigione -,
non risultino cani cioè organismi biologici:
occorre che subentri la distinzione tra individui come persone
– intendo persone giuridiche, sono stufo della solita “manfrina” spirituale sulla “persona”, manfrina o mascherata -,
e tipi o tipologie che sono manfrine algoritmiche.
Sto dando un senso alla distinzione lacaniana tra reale e realtà(-fantasma), e collocando la “persona” dal lato del reale.
L’esposizione di un caso deve restituire il reale.
Aggiungo solo qualche annotazione.
Non sono mai stato contro gli psicofarmaci, essi possono servire e a volte servono, non per stregoneria né “medicina alternativa”, anche se la loro scienza resta chimicamente e psichicamente labile.
Invece sono contro le droghe, e senza dilungare vorrei dire anzi ripetere il perché, con riferimento alla solita eroina:
l’eroina sarebbe in sé uno psicofarmaco come altri, senonché essa è passata a Eroina con la maiuscola, cioè a veicolo di una Teoria (compresa una Teoria della causalità):
rammento quando negli anni ’70 iniziavo a osservare la Mistica la Filosofia la Religione dell’Eroina, e che i drogati (che non amavano venire chiamati così) si riunivano in Comunità, tutti comunitari, vincoli benché sparpagliati.
Con gli psicofarmaci saremmo solo dei cani clinici
– niente da ridire, lo siamo anche con gli antibiotici o con la chirurgia -,
ma se abbiamo qualche aspirazione possiamo passare a farne, dopo l’iniziale indicazione medica, qualcosa di simile all’alcoolismo moderato:
infatti l’alcool, che è uno psicofarmaco e il più antico dell’umanità grazie a sanNoè, differisce dagli altri psicofarmaci per il fatto di essere uno psicofarmaco voluttuario e soggetto ad amministrazione libetale (“libidica”, non “lipidica” come mi impone il correttore automatico):
proprio come la psicoanalisi.
Il peggiore dei Regimi sarà quello in cui l’alcool sarà soggetto a Ricetta medica e chissà, anche la psicoanalisi:
in comune hanno non la chimica ma la libido, la psicoanalisi è voluttuaria e libetale.
venerdi 5 febbraio 2010