[Giovedì 21 gennaio segna un anno dalla scomparsa di Carlo Doveri: nella trascrizione del suo intervento all’Università di Urbino il 3 dicembre 2007, “Riformare il pensiero lavorando con i bambini”, di prossima pubblicazione, spiccano queste frasi conclusive.]
Ho imparato con il tempo che può succedere di tutto, e che questo tutto è umano:
è umano, non inumano, che una madre riporti il figlio undicenne in Brasile collocandolo come femminiello in un bordello per omosessuali fino ai quattordici anni.
Umano non significa sano:
per umanità si fa del bene, per umanità si ammazza, per umanità poi si piange sul morto.
Per la salute-salvezza ci vuole pensiero:
ce n’è poco.
Io lavoro a questo, e vi auguro di farlo:
è un lavoro che può trasformare la rabbia sorda dell’impotenza sperimentata, che tende quantomeno al cinismo improduttivo, in qualcosa di nuovo:
nel nuovo nesso tra il sapere di chi non è nato ieri, e il domani del sapere che c’è nel passaggio al lavoro per il profitto.
[Carlo Doveri iniziava a lavorare come psicoanalista: quando ho iniziato io non avevo ancora questi pensieri. GBC]
Trascrizione di R. Colombo
Milano, 19 gennaio 2010