Prima, chi era Fantuzzi:
era un Prof. del mio Liceo, il Parini, dove insegnava letteratura italiana, un laicista che interpretava “alla grande” il laicismo:
bei tempi quelli del laicismo!, ma non illudiamoci perché non torneranno più, io sono l’ultimo dei Mohicani che però non ha aspettato di morire.
Alla sua brillantezza intellettuale univa una parlata toscana degna del piffero del Pifferaio di Hamelin, al quale vorrei poi dedicare un articolo:
nei due intervalli della mattina era circondato da studenti e colleghi in ascolto adorante.
Un giorno prese a declamare da consumato gigione una battuta che finora non mi sono sentito di raccontare ad amici preti per timore di offenderli:
ma oggi e da tempo è diverso, oggi siamo al preteterno (come “padreterno”), confessionale o aconfessionale o diversamente confessionale.
La battuta:
– Dicono che io sono un mangiapreti:
mica vero, mai mangiato simili porcherie!
Grande Scuola!
La faccia da prete non l’hanno soltanto i preti-preti anche se al momento, ma solo per un po’, la pole position è ancora loro:
ma non mi sembra il caso che per conservarla si offrano al martirio, del resto non conosco un solo leone ancorché affamato che li mangerebbe.
Sono arrivato al punto che, se uno mi domandasse un’analisi per guarire dalla faccia da prete o dal clergyman interiore, lo accetterei:
guarire dal clergyman interiore-esteriore è lo stesso che guarire dalla nevrosi ossessiva, cosa ardua in sé e più ancora nell’odierno “ritorno religioso”.
Vedo preteterni anche certi Colleghi, e questo non mi fa piacere:
meno ancora le preteterne, Colleghe o no.
Non pubblico la lista nominale dei preteterni religioso-mondani di oggi, perché non voglio morire così giovane.
Non vedo differenza tra il preteterno che non vuole più il crocefisso a scuola, e quello che ce lo vuole ancora:
ma di che cosa parliamo?, ammesso che si possa chiamare “parlare” tutto questo chiacchiericcio nato sbagliato e debile.
Ancora non ho detto che cosa significa “prete”, né lo faccio ora:
al momento rinvio al precedente “Nuvole” di lunedì 21 settembre:
ossia “non è vero niente”/Docetismo/Barocco, cioè la patologia non riconosciuta, non curata, e che si vuole incurabile e militante sul “gran teatro del mondo”.
Milano, 09 novembre 2009