Leggo quotidianamente due giornali, tre la domenica, News da Internet, ascolto la TV, né mi privo di giornali non italiani:
ma quasi non trovo notizie, né idee.
Allora raccolgo la “notizia” delle 440mila adesioni all’appello di Repubblica per la libertà di stampa o di espressione, come occasione per riproporre, dichiarandola arrivata a definitiva maturità storica, la battuta già matura di Freud nel 1938, appena arrivato a Londra salvo dall’Austria dell’ Anschluss nazista:
in cui dopo avere ringraziato per l’accoglienza la“bella libera e magnanima Inghilterra”perché in essa è“libero di parlare e scrivere”,da autentico Freud sente di aggiungere:“quasi dicevo: pensare”.
Non biasimo, né mi ritiro, giudico però che il coraggio è solo intellettuale, come la morale:
non amo i “bravi ragazzi” di nessuno schieramento, non perché mi piacciono cattivi:
e non mi entusiasma un’intellighentsija che non è mai passata dall’esprimere (o dalle “operazioni culturali”, educative sempre, strumento delle opposte tirannie) al nutrire, che è il verbo del pensiero, un verbo alimentare.
Abbiamo una cultura da cuochi anoressici, che tentano all’anoressia gli avventori, o alla tolleranza per il cibo senza sale.
Comunque siano andate le cose tra Antico e Nuovo testamento,
– “cose” che rimangono non chiarite -,
possiamo almeno concepire di fare posto alla civiltà di un nuovo Patto che faccia notizia, quello dell’amicizia per il pensiero che si autorizza, autorevole:
non una vox clamans in deserto.
L’unica sovranità che esista:
non la favoleggiata sovranità popolare, che non è sovrana né elegge sovrani.
Milano, 01 ottobre 2009