… primavera di bellezza”:
suggerisco di digitare l’onnisciente Google, si otterrà subito ogni informazione sulla prima versione di “Giovinezza” (allora si intitolava “Il commiato”, non a torto), e sulla sua successiva evoluzione fino alla fascistizzazione finale.
Più fatti mi invogliano a condensare l’attenzione su “Giovinezza”.
Nell’infanzia sono venuto a contatto con più canzoni, tra le quali “Giovinezza” e “Bandiera rossa”:
nella mia famiglia non apparivano orientamenti politici, ma a ciò ha sopperito la composizione di classe della mia società di allora (scuola, strada, chiesa …), prevalentemente popolare anche con cenni di “opposti estremismi”:
prima o poi vorrei commentare anche “Bandiera rossa” e perfino, arrivata per me più tardi, “L’Internazionale”, come pure certi canti di chiesa oggi dimenticati (penso a “Bianco padre”).
Nata come goliardico inno alla tipologia teorica detta “Giovinezza” (1909), poi rieditato come inno all’ “inutile strage” che è stata la Prima guerra mondiale (1917), ancora a distanza dal Fascismo (la Marcia su Roma è del 1922), il Fascismo l’ha poi fatta sua in nuova versione come “Inno trionfale del Partito Nazionale Fascista” fino a farla eseguire, nelle manifestazioni ufficiali, appena dopo la Marcia reale.
Procedo alla mia conclusione:
il Fascismo ha cavalcato non solo l’inno ma l’Oggetto/Obiezione “La Giovinezza” per la propria via, a partire dal nocciolo ideale indifferenziato dell’inizio che è, lui, il nocciolo grave:
non sto dicendo che la canzone iniziale (1909) era pre-fascista, ma peggio, che il fascismo ne ha colto meglio di altri l’essenza:
se negli anni tornasse in vigore la versione iniziale, “purificata” magari perfino dall’antifascismo, troverei in tanta “purezza” i peggiori auspici per noi.
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(Mi scuso, la stanchezza per la giornata e l’ora tarda mi fanno desistere:
concluderò domani sulla “Giovinezza” come antica e moderna adol-essenza, Oggetto ostile per ogni età, come “La Bellezza”).
Milano, 08 ottobre 2009