Il “Che” non avrebbe saputo dirlo.
Precede “Verismo-truismo” di martedì 30 giugno, che precedeva già l’articolo di ieri, giovedì 2 luglio, “ ‘Rimozione’: parola psicoanalitica?”
La competenza inalienabile in truismi riabilita e definisce il “buon senso” contro la sua diffamazione “dotta”:
caso in cui è il dotto ad acquisire umanissime orecchie d’asino.
Dei truismi, ho già detto che ognuno può fare la sua lista (con l’invito a lavorare poi sulla lista stessa), con una competenza (di pensiero) trascendente i “dotti”.
Ne produco ora uno, sempre lo stesso e identico per tutti, la solita “solfa” dell’umanità (ecco già un truismo, distinto da quello che segue):
è un truismo che sui sessi c’è una maledizione, inesplicabile e inesplicata da tutte le morali e le psicologie:
potrei aggiungere “Benedetto chi sappia dirli-bene!”, ossia quasi nessuno.
La male-dizione è confermata dalla materialità letterale e fonetica della lingua e di tutte le lingue, che sa solo dirli male (non devo dimostrarlo), e non per difetto negli studi.
Non hanno qui importanza primaria le solite stregonerie psicoanalitiche sulla sessualità
– un altro truismo è che non sono affatto stregonerie ma ora non importa, concesso -:
sto solo osservando che dette stregonerie arrivano solo secondariamente all’osservazione che il pensiero può fare del fatto, ancorché incomprensibile, della maledizione.
Non meno truismo è l’impensabilità degli atti sessuali tra i genitori.
Ancora e ancora prima, è truismo l’osservare che tra gli umani la vita sessuale esiste solo allo stato metafisico, o anche trasfigurato, nel bene o nel male
– è ciò che significa “umano” -:
gli organi implicati, anzi l’intero organismo sotto ogni aspetto anche cutaneo e olfattivo, assumono esistenza (di corpo) aldilà delle loro funzioni biologiche.
Rammento che Freud ha valorizzato altri truismi, per esempio e anzitutto che nel pensante gli organi dell’alimentazione esistono trasfigurati (“pulsione orale”):
per saperlo non occorre la psicoanalisi.
Riguardo a questi e altri truismi Freud ha soltanto rilanciato quel Salmo che dice:
“Hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi ma non odono”:
anche questo è un truismo, annotato dal Salmo ma annotabile da chiunque.
Per iniziare un’analisi Freud ha posto come condizione non la psicoanalisi stessa
– caso del medico, salvo il punto che rende sana la medicina: il medico, come lo psicoanalista, esige il truismo “mi fa male lì” -,
bensì il riconoscimento di qualche truismo cioè un pensiero almeno residualmente competente:
ecco l’“analizzabilità”.
Questa esiste a partire dal riconoscimento di sintomi non riconducibili alla causalità naturale:
di solito ci accontentiamo di chiamarli “psicologici” o “su base psicologica” e non organica, e facciamo bene:
così facendo riconosciamo che il “linguaggio popolare” è competente in psicologia più di tutta la Psicologia.
La “psicoanalisi” si propone come trattamento curativo degli inconvenienti della trascendenza umana:
essa è una derivazione e un’applicazione del pensiero sano e dell’amicizia per esso:
ci ho messo decenni per arrivarci, oggi è un truismo.
Milano, 03 luglio 2009