“RIMOZIONE”: PAROLA PSICOANALITICA?

Risposta:
certamente no, e neppure “ritorno del rimosso”, varianti lessicali a parte, cosa che in logica e scienza non ha alcuna importanza.

Freud non ha mai parlato in “psicoanalitico”:
lo hanno però fatto gli psicoanalisti, trasformando il lessico freudiano in autoreferenza del gruppo (psicoanalitico in questo caso, ma è ciò che hanno fatto tutti i gruppi o “masse” nei secoli).

Ricordo la comica battutaccia in colto latinorum clericale:
Inter nos sacerdos no se ghe badatur”, ricordate?:
gli psicoanalisti hanno fatto lo stesso.

Che io abbia ragione (ossia che non è una parola psicoanalitica) è un semplice truismo (vedi “Verismo-truismo” di martedì 30 giugno):
con “rimozione” Freud intendeva il rinvio temporale di Rossella o’ Hara, perfettamente noto e descrivibile nel fatto e negli effetti se lo applichiamo al caso del debito o del credito ricevuto:
se il prestito viene dalla banca, sappiamo che cosa segue (imputazione e sanzione) superati i termini temporali stabiliti;
se il prestito viene da un amico, imputazione e sanzione variano rispetto alla banca, ma in certi casi perfino in peggio:
perdita dell’amico, divulgazione della notizia non solo dell’insolvenza ma anche dell’inaffidabilità (la sanzione può essere gravissima con effetti sia materiali che sociali):
ecco rimozione/ritorno del rimosso, con queste parole o altre poco importa.

Conosco anche il caso di rimozione da parte del creditore (se è un banchiere perderà il posto).

Freud ha soltanto ampliato la casistica generale di questa coppia di termini, truisticamente nota a tutti:
si può solo discutere se Freud abbia ragione o torto a individuare anche in certi sintomi (isterici, ossessivi) una casistica di rimozione/ritorno del rimosso ossia una casistica di imputazioni e sanzioni.

Ecco descritto un momento del pensiero come tale, non del “pensiero psicoanalitico”:
ecco, nella mancanza di questa distinzione, l’errore di cento anni di “psicoanalisi”.

Sull’ampliamento freudiano vedete un po’ voi, io ho già tratto le mie conclusioni:
che sono quelle freudiane:
ma in ogni caso Freud ha soltanto ampliato, con sorpresa di tutti, un truismo.

Non rifiuto le parole “rimozione”, “psicoanalisi”, “inconscio”, “pulsione” eccetera, ma da tanti anni non ne ho la fissa (facendo data almeno da “Il pensiero di natura”), non ho fisse di gruppo (non solo quello psicoanalitico).

Anni fa ho parlato in una sala pubblica dell’“inconscio”, senza però mai usare questa parola:
nel consueto dibattito che è seguito, qualcuno ha protestato obiettandomi che era venuto per sentirmi parlare appunto dell’inconscio:
gli ho risposto che non avevo fatto altro:
me ne sono fatto un nemico a vita.

In effetti staccare dal gruppo è imperdonabile:
dall’innamoramento anche.

Milano, 02 luglio 2009

 

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