PARLO MEDICO, NON PARLO PSICOANALITICO: PARLO ITALIANO (INGLESE ECCETERA)

Sabato domenica 4-5 luglio 2009
in anno 153 post Freud natum

 

Lettura di:

S. Freud
Poscritto a La questione laica” (stolidamente: “La questione dell’analisi condotta da non medici”)
OSF 10

Anche la stolidità della traduzione è opposizione al truismo del titolo:
ossia che è tutta una faccenda laica, non da clerc o clero professionistico con il suo “linguaggio”.

Voglio ora riferire un truismo addotto da Freud, dal quale si evince per l’ennesima volta che l’opposizione a Freud è opposizione ai truismi, o pensiero già costituito ma impugnato.

Ripeto:
“truismo” significa “lo sapevo già”, ma contraddicendolo.

Vengo al “dunque”: Freud
– dopo avere annotato (ancora truismi) l’irriducibilità della psicoanalisi a qualsiasi formazione e status professionale esistente (in particolare medico, ma oggi è facile aggiungere psicologico e psicoterapeutico),
– e avere concluso che la discussione sullo status della psicoanalisi potrà venire conclusa solo dopo la costituzione almeno logica di un nuovo ordine (ciò equivale ad avere annotato il disordine o disagio della civiltà),
– e avere riannotato (lo aveva già fatto più di dieci anni prima) l’abisso che lo separava dai suoi seguaci, anche i fedelissimi,
passa a narrare brevemente un esempio di rifiuto del truismo.

Lo lascio dire alle sue parole:
“Per un certo tempo ho analizzato un collega che aveva sviluppato un rifiuto particolarmente spiccato a che qualcuno che non fosse medico si permettesse un’attività terapeutica. Mi sono trovato a dirgli:
– Lavoriamo già da tre mesi. A che punto della nostra analisi sono stato indotto ad approfittare del mio sapere medico?

Confessò di non aver trovato occasione alcuna in questo senso”,
ma naturalmente ha continuato imperterrito nel suo rifiuto.

Altrettanto “naturalmente”, si sono sempre trovati dei begli spiriti i quali, avendo ammesso che la psicoanalisi non è medicina, ne hanno concluso che “allora” non è fatta per curare (sarebbe un’“esperienza”, un “percorso”):
in questa falsa inferenza troviamo un caso di quello che con giusta grossolanità il popolo chiama “cervello all’ammasso”, o “essersi bevuto il cervello”:
preferisco la prima espressione, cervello-alla-massa (o al-gruppo).

Io ho poi dato ulteriori sviluppi, tra i quali questo:
sono medico e all’occorrenza so parlar medico,
sono psicoanalista e proprio per questo non parlo psicoanalitico ma parlo italiano,
tanto più quanto più sono puntigliosamente osservante di tutti i termini freudiani.

Termini che solo nel loro aspetto lessicale da anni uso mettere in nota non nel testo (“pulsione”, “inconscio”, “es”, “superio” eccetera):
un po’ per mio esercizio
– mai trascurare di farsi rettificare da Freud, anche solo come coach:
io ho conquistato Freud, a condizione di lasciarmene riconquistare -,
un po’ per cautela verso i malintenzionati.

Non ho ancora esplicitato l’“Edipo” come truismo.

Milano, 04-05 luglio 2009

 

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