Parlo sempre terra-terra, ossia l’unico livello esistente, lo stesso del G-8 per esempio.
In un sogno narratomi figuro fare la dichiarazione scritta qui sopra.
Tengo ormai a dire che commento un sogno senza il bisogno logico, e ormai anche linguistico, di presentarmi come psicoanalista:
invito a prendere semplice nota di un rovesciamento anzi raddrizzamento:
ancora oggi si dice “psicoanalisti”, ma solo perché sono quei pochi che fanno commenti alla portata di tutti, i quali non li fanno chissà perché (perché?):
è ciò che da qualche tempo vado dicendo per i truismi.
I truismi non hanno bisogno di studi o addestramenti superiori, ma solo che venga riconosciuto che vengono negati, rinviati, rinnegati.
Poiché la frase non precisa nulla sul “tumore”, ossia designa un concetto (possibile) senza denotare una realtà (clinica in questo caso), l’interpretazione è libera, intendo libera di lavorare a tutto campo linguistico, libera da quella sistematizzazione forzata che appunto lo sistemerebbe in un settore presupposto del campo, in questo caso il settore medico.
Ricordo l’espressione minacciosa “Ti sistemo io!”:
chi l’ha inventata sapeva che cosa diceva, come il criminale:
poi se ne sono impadroniti i buoni, e viva la bontà.
Liberato il campo da partizioni presupposte, questa parola “tumore” resta libera per tutte le destinazioni linguistiche:
quali?, quelle che il campo linguistico permette.
Fatto l’inventario otteniamo la serie linguistica sinonima tumore-tumefazione-tumescenza:
nel campo linguistico c’è a pari diritto anche la tumescenza sessuale, con la sua facile allusione erotica:
altri pensieri possibili seguiranno, e facilmente dopo aperta anzi riaperta la strada.
In conclusione, nel sogno il pensiero si è (ri)aperto il campo, liberandolo da sistematizzazioni o prigioni del pensiero:
ma un momento dopo l’incosciente “coscienza” ricomincerà coattivamente a sistematizzare, cioè tornerà a … dormire, solitamente per continuare così l’intera giornata.
Quando mai avete trovato un tipo … sveglio?
Per mezzo del sogno (extrema ratio ma ratio), il pensiero si è reso disponibile, mentre la patologia è pensiero indisponibile, servo di sistematizzazioni che a loro volta servono esclusioni, “pietre scartate”:
su queste, al plurale, dovrò tornare.
Milano, 09 luglio 2009