UN TORVO SERVIZIO NAZISTA. O LA VERA DISPUTA

Sabato domenica 20-21 giugno 2009
in anno 153 post Freud natum

 

Lettura di:

S. Freud
L’uomo Mosè e la religione monoteistica
OSF 11

A. Colombo   R. Colombo   G. B. Contri
M. D. Contri   G. M. Genga   V. Ferrarini   M. G. Pediconi
Mosè Gesù Freud
Sic Edizioni 2007

[Già l’anno scorso ho avuto la medesima svista:
Freud è nato il 6 maggio 1856, avrei dunque dovuto incrementare la numerazione da 152 a 153 già dal 6 maggio u.s.]

Ieri ho annunciato per oggi l’articolo intitolato:
“Ivan Karamazov: Manifesto della pedofilia. Il predicato”,
ma all’ultimo momento ho pensato bene, giornalisticamente, di rimandarlo sostituendolo con quest’altro.

I giornali hanno appena dato notizia che c’è qualche nuovo inconveniente nel processo di beatificazione di Pio XII, una vecchia incurabile noiosa storia sulla quale non ho voglia di tornare:
ero molto giovane quando ne ho sentito parlare, vedi il vecchio R. Hochhuth, “Il Vicario”, 1963:
in quegli anni cominciavo a imbattermi nella questione della curabilità (Freud) come questione universale.

L’ormai tradizionale anzi vecchia (non è la stessa cosa) disputa su Pio XII mi sembra inquinata o meglio zoppa:
propongo un modesto contributo per incrementarne e forse variarne i termini:
resto dell’idea che le vecchie storie trovano soluzione solo in avvenimenti inediti.

Che cosa abbiano in comune Ebrei e Cristiani, foss’anche come disputa comune, ai giorni nostri mi sembra oscuro, e sarebbe ora di finirla con la vecchia favola del monoteismo (la torbida favoletta dei “tre anelli”):
quale disputa?, “ai posteri …” o forse mai (ne ho parlato in “Mosè Gesù Freud”).

C’è una verità annotata da Freud nel “Mosè”, scomoda per tutti anche per contendenti non apparentemente implicati:
il Nazismo ci ha reso un e un solo servizio, un torvo servizio, a noi Ebrei e Cristiani:
quello di considerarci ambedue da sterminare, salvo cominciare dai primi perché i secondi erano ancora un boccone troppo grosso.

Non potrei giurare che Pio XII l’avesse capito, ma potrei essere più reciso:
penso che non lo potesse pensare, e non per non avere letto Freud, che era nelle sue mani come in quelle di tutti:
ma chi glielo obietterebbe?

La vera disputa è quella che non si fa mai
– le dispute correnti ne sono dei surrogati -:
nel presente caso, quale?:
lo posso domandare per avere già risposto.

Milano, 20-21 giugno 2009

 

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