L’ISLAM, IL PAPA E FREUD

Sabato domenica 6-7 giugno 2009
in anno 152 post Freud natum

 

Lettura di:

S. Freud
L’avvenire di un’illusione
OSF 10

Di questa opera di Freud andrebbe scritta l’edizione aggiornata, visti i tempora:
se la religione, forma-di-religione, ha un futuro, lo ha solo in quanto Islam, con il Cristianesimo come filiale periferica di un Islam scopertosi tollerante nei confronti dei suoi fuorviati cugini.

Ho sotto mano “I detti islamici di Gesù”, per la buona cura di Sabino Chialà, Fondazione Valla, Mondadori 2009:
una raccolta di trecentoottantatre Testi con relativo Commento, e un imponente apparato bibliografico.

Prescelgo a rappresentare il tutto un testo breve (Ibn Munabbih, m. 749), n. 8:
Gesù figlio di Maria vide un uomo rubare e gli disse:
– Rubi?
Rispose:
– Assolutamente no, per Colui fuori del quale non v’è Dio!
Allora Gesù disse:

Credo in Dio e smentisco i miei occhi!

In-credibile!

Premetto che non scrivo per difendere l’Interessato che, se esistesse almeno logicamente, si difenderebbe da sé;
né l’ortodossia di una Confessione nella quale non rivesto responsabilità.

Invece scrivo per legittima difesa:
infatti l’inconsistenza (contraddizione) abolisce l’innocenza, e allora sono in pericolo.

Vero che il Curatore ha appunto cura, nel Commento relativo, di riferire anche una traduzione diversa, ma non opposta, del Testo pur dichiarando di preferire la sua:
ma col farne una faccenda di opzioni (esegetiche o personali), si mostra indifferente all’alternativa, aut-aut, sì-o-no, tra contraddizione e non-contraddizione:
ora, io devo voglio posso rifiutare ogni credito a chiunque, uomo Dio o profeta, pronunci una frase come questa (“Credo in Dio e smentisco i miei occhi!”), perché in qualsiasi momento potrebbe pugnalarmi alla schiena.

Da anni dico che l’affidabilità
– che è un giudizio ossia ragione in sé stesso, fuori dal quale rifiuto come insensata la stessa parola “fede” -,
è l’unione di consistenza (non-contraddizione) e innocenza, che a loro volta si corrispondono.

É solo in quei quattro libriccini detti “Vangeli”
– da me letti come lettore oculare ossia laico, nulla a che vedere con il “libero esame” luterano, e autonomamente da ogni obbedienza confessionale -,
che rintraccio il pensiero di Gesù come l’equazione “affidabilità = consistenza + innocenza”, il che mi fa dichiarare cristiano ossia assenziente a un tale pensiero.

In particolare, già nella mia istruzione catechistica di infanzia e adolescenza apprendevo che, vistosamente, Gesù non ha alcuna fede (oltre a non essere un profeta):
è mai possibile che tocchi proprio a me, infame psicoanalista, insegnare il catechismo cattolico?

Ora si aprirebbero molti capitoli, che tralascio per formulare una domanda anzi due:
da papista quale sono domando al Papa:
1° di riconoscere il carattere di Religione al solo Islam, che poi è il pensiero stesso consegnato alla forma-di-religione,
o anche di farla finita con la favola-“manfrina” delle tre religioni monoteistiche, o la cattiva favola-“manfrina” dei tre anelli;
2° di riconsegnare l’intero Cristianesimo al pensiero di Gesù – consistente, innocente -, come pensiero radicalmente privo della forma-di-religione.

Che cosa è l’“avvenire di un’illusione” in forma aggiornata?:
è l’Islam stesso (aveva ragione Maometto, massimo genio religioso), che non ho alcuna ragione di non rispettare.

Resta da spiegare come abbia potuto il Cristianesimo proporsi come religione.

Rimando l’elenco dei capitoli, anche storiografici, ma soprattutto riguardanti le nostre vite.

Ancora, come sempre, siamo nella penuria di amici del pensiero:
di amici.

Milano, 06-07 giugno 2009

 

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