LA RIVOLUZIONE FILOSOFICA DI FREUD

Sabato domenica 13-14 giugno 2009
in anno 152 post Freud natum

 

Lettura di:

S. Freud
Risultati, idee, problemi
OSF 11

[Questo sito è rimasto oscurato fino alle 20.00 circa di sabato 13 giugno].

Faccio precedere questa proposizione freudiana:
“La psiche è estesa, di ciò non sa nulla”, in Risultati, idee, problemi, cit.

Essa è una scoperta recente di Maria Delia Contri, intendo l’attribuzione di rilevanza a questa frase
– estendibile retroattivamente all’intera opera freudiana –
che sovverte l’intero pensiero moderno (inutile dirlo anche per l’antico).

Lo fa correggendo il mezzo errore di Cartesio.

Cartesio ha rovinato tutto subito, distruggendo con la mano sinistra ciò che di mirabile aveva fatto con la destra:
dopo avere detto, primo nella Storia, “penso”, ha conservato il pensiero rinchiuso nell’interiorità, riservando l’estensione alla sola realtà sensibile:
ha fatto dell’apartheid (tipico della modernità).

La patologia è apartheid, censura, del pensiero, non meno della psicologia novecentesca.

Quella frase freudiana è equivalente alla nostra tesi e ormai adagio iniziale che:
“La vita psichica è una vita giuridica (o antigiuridica)”.

Non occorre essere esperti giuristi per sapere che il diritto è esteso:
lo è perché è scritto su carta notoria, dalla Costituzione in giù, e una carta che lo dichiara legittimamente valido e efficace (per quanto possibile) per tutti gli abitanti del territorio abitato cui si riferisce, e tali abitanti lo sono in forza di tale carta;
lo è perché ogni atto che compiamo (per esempio ogni compravendita compreso il caffè), è tutt’uno con tale estensione.

Lo stesso è per il pensiero.

L’immensa rivoluzione filosofica di Freud
– che restituisce la filosofia a ogni pensante nello stesso momento in cui abolisce la linea di demarcazione patologica tra filosofia e psicologia -,
è rimasta parzialmente incompleta in un solo punto, cioè quanto all’oggetto.

Incompleta ma:
non nella tecnica psicoanalitica in cui è già completa come rivoluzione filosofica, perché in essa l’oggetto-Oggetto è radicalmente scomparso e sostituito dalla materia come materia prima, ma avrei dovuto dire meglio:
prima era stato l’oggetto-Oggetto a sloggiare e sostituire la materia prima;
ripeto inoltre che il concetto di materia prima include anche il caso di una frase, che è una materia prima anche come intellettuale (o “spirituale”), perché elaborabile ossia suscettibile di dare frutto;
bensì nello stato di elaborazione ancora intermedio in cui Freud ha lasciato “pulsione” e “narcisismo”, cioè ancora inquinati dall’oggetto:
l’“amore narcisistico” non è meno narcisistico di quello “oggettuale” (innamoramento):
questi si distinguono (uso ancora parole all’antica) come la psicosi dalla nevrosi, ed è popolarmente noto quanto l’innamoramento è tentato dalla psicosi, e a buona ragione perché in esso l’altro esiste come delirato e perfino allucinato:
è “bello” in quanto l’Oggetto “Bello” dell’innamoramento:
già in Platone le feci stesse possono essere belle grazie al “Bello” (“Simposio”, Alcibiade).

Almeno, la parola “amore” resta libera, come libera resta la parola “libertà”:
ambedue infatti restavano da liberare, da secoli:
nessuno ha mai liberato la libertà, l’amore, il pensiero.

Milano, 13-14 giugno 2009

 

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